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La trasferta di Giò Martinelli, Mutti e Lombardi

Il pittore orceano a Lodi, gli artisti rezzatesi a Castiglione fino all’8 febbraio
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Giovanni Martinelli da Orzinuovi si dirige verso Lodi, Ilario Mutti e Battista Lombardi verso Castiglione. Il primo è un pittore della nuova età post-turneriana, attratto dai colori della combustione, dal carisma del luogo tra calma e fuoco, in mezzo, dove si esalta la carne del calore appena prima del fumo, quando di sente l’odore del marrone, la prima tappa verso la bruciatura, con il coraggio di non guardare in faccia nessuno, di esercitare la libertà della propria intuizione, temi presi da un amico, un artista appartato e nobile, Leonardo Quaranta, orceano da tempo.

Giovanni Martinelli detto Giò, espone a Lodi, sabato 31 gennaio, alle 17 l’inaugurazione nell’ex chiesa dell’Angelo in via Fanfulla 22, una sfida aperta, in un luogo non provinciale, nella Lombardia dove appaiono quei marroni lungo i fiumi e nei vasi delle contrade, anche nella stagione morta.

Giò Martinelli riprende la strada di chi uscì dal suo piccolo paese di Cody, nello Woyming dove si esaltavano i cavalli di Remington e Russell e finì per sfinirsi di colature nel cuore di Manhattan. Vai Giò, nel rispetto della nostra campagna, di quel carattere, non guardare in faccia nessuno e credi nel rischio di stare nel calore invece che nell’artificio di un camino esistenziale alimentato da pellet senz’anima.

Due altri artisti bresciani entrambi scultori noti e apprezzati, entrambi pittori, vengono ospitati fino all’8 febbraio a palazzo Menghini, a Castiglione, Battista Lombardi e Ilario Mutti, il decano e il maturo, il timido e il severo e nella loro amicizia finirebbero, quasi di scambiarsi questi doni della personalità.

 

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