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I «Ribelli» di Chiari, angeli del fango in Liguria

Lo scorso weekend sono stati ben otto i clarensi che sono partiti muniti di attrezzatura alla volta di Carasco, provincia di Genova
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Inarrestabili e infaticabili. Non ci sono altre parole per lodare il gruppo dei «Ribelli» clarensi, gli angeli del fango che anche l’ultimo fine settimana hanno raggiunto la Liguria per spalare fango e aiutare le popolazioni dei paesi più colpiti dal disastro dello scorso di dieci giorni fa.

Lo scorso weekend sono stati ben otto i clarensi che sono partiti muniti di attrezzatura alla volta di Carasco, provincia di Genova, a soli 20 chilometri da dove erano stati solo due settimane prima per la prima del torrente Lavagna. Cinque «ribelli» sono partiti già venerdì mattina guidati da Nicola Boraschi, mentre altri tre sono giunti il sabato per aiutare nella tre giorni di sostegno alle popolazioni alluvionate. «Dopo aver visto le ennesime tragiche immagini ai telegiornali abbiamo fatto un giro di chiamate e, tramite il sindaco di Cogorno, persona stupenda, siamo stati messi in contatto con uno dei paesi più colpiti, Carasco - ha spiegato Boraschi -. Lì è uscito il fiume e inizialmente abbiamo messo in sicurezza una pista ciclabile, togliendo una rete pesante. Nei giorni successivi abbiamo dato una mano a spalare fango, rifiuti e detriti da case e aziende del luogo».

Anche il sindaco di Carasco era in campo coi «ribelli». Per lui i e i tanti abitanti che si sono rimboccati le maniche i clarensi hanno lavorato instancabilmente dall’alba fino al calar del sole, fortunatamente senza pioggia. «Il fiume ora è rientrato, ma a venire qua si capisce perché queste persone hanno sempre di questi problemi. In Italia c’è un allarme di rischio idrogeologico che rimane sempre inascoltato - ha concluso il leader dei Ribelli -. Se penso che in una sola piena si sono riversati in strada 40 centimetri di fango mi faccio molte domande sulla sicurezza di queste zone. Il nostro sacrificio esiste perché c’è un problema di fondo, che è mettere in sicurezza». Chissà se qualcun altro clarense vuole aggregarsi al gruppo, anche se sarebbe bello non dover più avere a che fare con questo tipo di tragedie.

Luca Bordoni

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