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Green Hill, decine di beagle abbattuti

Trovate carcasse nei congelatori. La Procura sospetta fossero cuccioli ammalati e non curati perché non commerciabili.
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Difettati. Per questo eliminati. Come in una comune linea di produzione. Con la differenza che al posto di coperchi di pentole a fare questa fine sono stati cuccioli di beagle.
Secondo la Procura alcune decine di esemplari cresciuti a Green Hill sono stati soppressi perché ammalati e quindi inservibili sotto il profilo commerciale.

Gli esperti del Nirda del Corpo Forestale dello Stato, gli agenti della Digos e i veterinari incaricati dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani di verificare le condizioni dell'allevamento finito mercoledì scorso sotto sequestro, nelle scorse ore hanno trovato un centinaio di esemplari morti e custoditi nei congelatori previsti dalle normative per la conservazione degli animali deceduti. Una buona parte di questi sarebbe stata soppressa in seguito a malattia, in particolare dermatite. Morbo davanti al quale, per l'accusa, non sarebbe stato cercato alcun rimedio. Negli spazi dell'allevamento di Montichiari gli investigatori non avrebbero rintracciato medicinali per la cura dei cuccioli indeboliti dalle malattie alla pelle e per queste inservibili sotto il profilo economico.

L'assenza di farmaci per la Procura è spia di una condotta che va oltre il maltrattamento di animali, reato per il quale sono stati iscritti nel registro degli indagati l'amministratore, il direttore e il veterinario di Green Hill. La nuova ipotesi di lavoro, non ancora contestata formalmente, è quella rubricata all'art. 544bis del codice penale come uccisione di animali senza necessità.
Nei congelatori anche altri cani morti. Una percentuale però considerata fisiologica con riferimento al numero di esemplari allevato nei cinque capannoni di Montichiari.
Ieri in Procura si è tenuto un lungo vertice tra il pm Ambrogio Cassiani e gli operatori del Nirda che hanno relazionato circa gli esiti delle ultime 48 ore di verifiche.
Sempre nella giornata di ieri si è fatta viva anche Green Hill. La società, attraverso una nota, ha fatto sapere le sue intenzioni contro il sequestro disposto mercoledì. «Nei prossimi giorni - recita il comunicato - presenteremo ricorso contro un decreto di sequestro probatorio che non prende in considerazione l'esito delle innumerevoli ispezioni che hanno confermato la regolarità delle attività svolte all'interno del nostro allevamento». «Questo sequestro - spiega l'azienda di Montichiari - è utilizzato per alimentare un processo di piazza con fuga di notizie frammentate o infondate».

«Esistono normative italiane ed europee che regolano l'allevamento degli animali e la sperimentazione animale - proseguono i responsabili della struttura sotto sequestro -. Il nostro compito è quello di rispettarle e non quello di rispondere alle provocazioni e alle illazioni di chi le ignora o le vuole stravolgere».
Pierpaolo Prati

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