Bassa

Da «Bella ciao» a bella addio: la piazza si divide

Il sindaco di Ghedi ha tolto «Bella ciao» dalla scaletta della banda per il 25 aprile, la sinistra si mobilita per il coro alternativo
Ghedi, Bella ciao divide la piazza
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«Una mattina, mi son svegliato...». Anzi no, niente risveglio, niente mattina, niente «Bella ciao». Dal 2009 il giorno della Liberazione viene ricordato a Ghedi senza che in piazza, davanti al monumento ai caduti, si intoni la canzone simbolo della Resistenza, uno dei brani italiani più famosi al mondo. Anche il prossimo 25 aprile sarà così, perché il sindaco leghista Lorenzo Borzi, in Municipio da sei anni alla guida di una coalizione di centrodestra, l’ha fatta togliere dalla scaletta della banda. «Cantare Bella ciao sembrava diventato un obbligo e a noi non sta bene».

Polemiche, proteste, ma la decisione è stata irrevocabile: Bella addio. A riportare la canzone in piazza ci hanno pensato nel corso degli anni gli esponenti della sinistra locale con bandiere rosse e ugole spiegate al termine dell’esibizione della banda. E per sabato prossimo i membri della lista «Insieme a sinistra», uscita sconfitta dalle amministrative del 2014, hanno preparato un manifesto per invitare i cittadini a cantare insieme «la canzone del partigiano morto per la libertà».

Sabato torna dunque la doppia celebrazione, ufficializzata stavolta dalla chiamata a raccolta in piazza Roma: prima la banda, poi il coro della sinistra. Per il sindaco non è un problema: «Se lo desiderano fanno bene a cantarla, anche due o tre volte». 

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