Vette sportive dalla Gabeca a Giorgio Lamberti

Dai successi della Gabeca all'oro di Lamberti, dai successi di RInaldi e Mariani all'inizio dell'era Lucescu
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Formidabile quella Gabeca. La squadra di Montichiari conquista la Coppa delle Coppe una prima volta il 3 marzo ’91 a Palma di Maiorca per ripetersi il 23 marzo ’92 a Moers, in Germania, una doppietta europea unica nella storia dello sport bresciano.

E se confermarsi è sempre più difficile che affermarsi, il secondo successo del sestetto di Stelio De Rocco e Gigi Zizioli ha un peso specifico elevatissimo, pari al valore dell’avversaria, la Mediolanum che schiera gli iridati del ’90 Zorzi, Lucchetta e Galli, il mitico Bertoli e gli statunitensi Jeff Stork e Bob Cvirtlik (che la stagione successiva sarò all’Aquater Brescia) campioni del mondo nell’86 e olimpionici a Seoul, come l’allenatore Doug Beal. Un’autentica corazzata che la Gabeca Ecoplant affonda all’ultimo punto del tie break, che allora «scoppiava» a quota 17, grazie a Babini, in sestetto con Dall’Olio, Giazzoli, Di Toro e gli olandesi Zoodsma e Posthuma.

La prima Coppa della Coppe era stata conquistata battendo l’Automobilist di Leningrado con un più agevole 3-1 (addirittura clamoroso il 15-2 del quarto set); identici i protagonisti, con l’unica eccezioni di Quiroga al posto di Zoodsma: presidente Luciano Baratti, direttore sportivo Gabriele Calciolari, team manager Renato Perillo, con Marcello Gabana nei panni del primo sponsor in attesa di indossare quelli del presidente di una società ininterrottamente in A1 e a Montichiari dell’87/88 al 2008/09 (e poi a Monza fino all’estate del 2012).

Il trionfi del volley Montichiari coincidono con il declino del Basket Brescia che il 2 aprile 1992 lascia quella serie A nella quale si trovava dal 1974/75 (con un’unica pausa nel 76/77) e dove non farà più ritorno. L’addio alla massima serie è seguito dallo scivolone in B2, da dove la squadra, affidata alle sapienti mani di coach Vujosevic, jugoslavo di Titograd, l’attuale Podgorica, si risolleva prontamente senza però completare il percorso con un nuovo approdo in A.

Un altro allenatore dell’Est, il romeno Mircea Lucescu, viene chiamato dal neo presidente Gino Corioni a guidare il Brescia nell’estate del ’91. Vince subito il campionato cadetto (14 vittorie, 21 pareggi, 3 sconfitte; Ganz capocannoniere con 19 reti) e quindi convince il fuoriclasse Gica Hagi, in uscita dal Real Madrid, a unirsi ai connazionali Sabau e Raducioiu. La tanto attesa stagione in serie A inizia in maniera promettente, ma termina con la sconfitta per 3-1 contro l’Udinese nello spareggio di Bologna, che condanna la squadra alla B. Da dove il Brescia rimbalza immediatamente nella massima categoria, impreziosendo l’annata con la Coppa Anglo-italiana, primo e unico trofeo internazionale in bacheca. Il 20 marzo ’94 le rondinelle superano 1-0 a Wembley il Notts County, con gol di Ambrosetti.

Il panorama a squadre è completato dal Tennistavolo Coccaglio di Pinuccio Merenda che dopo lo scudetto dell’89 si ripete nel ’92 e nel ’95.

A livello individuale si distinguono Giorgio Lamberti, Mario Rinaldi e Chiara Mariani. Il nuotatore, il 7 gennaio ’91, diventa campione del mondo dei 200 stile libero, primo italiano a fregiarsi del titolo iridato. Il pilota di Monterotondo domina la scena della classe 350 dell’enduro, ottenendo nel ’92 e nel ’94 sia il titolo mondiale individuale (si ripeterà nel ’97 e nel 2000), sia quello a squadre, accoppiata che nel ’92 riesce anche al sebino Stefano Passeri nella 125. Infine il 24 luglio ’94 a Quito in Ecuador la diciottenne ciclista Chiara Mariani vince l’oro nella 10 chilometri a cronometro ai mondiali juniores.

Franco Bassini

 

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