Turisti in città, menù con... «parmesan cheese flakes»

Nei locali del centro si vanno diffondendo menu in doppia lingua e camerieri poliglotti
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«Do you speak english?». «Yes, I do». La Leonessa del commercio si «inglesizza». O almeno ci prova. Specialmente nel periodo estivo, la città accoglie un indotto turistico straniero proiettato tra le mura venete soprattutto dalle sponde dei due laghi della provincia. Anche in questa stagione dal meteo capriccioso la presenza di inglesi, olandesi e tedeschi in città si sta facendo sentire.

Fare la differenza, in termini di accoglienza e servizio, sta ai gestori. Cominciando, per l’appunto, dalla lingua. Un giro di ricognizione tra bar e ristoranti del centro è sufficiente per registrare una tendenza, forse ancora un po’ timida ma in sensibile diffusione. I menù in doppia lingua.

In piazza Paolo VI, nei plateatici davanti al Duomo, c’è chi si è attrezzato da tempo: liste in inglese, cameriere poliglotte (oltre all’inglese, anche spagnolo e tedesco). Poco più in là si servono panini, cocktail e caffè anche in russo e ungherese. In piazza della Loggia una pizzeria espone in bella mostra un paio di «strilloni» con un’apprezzatissima «english version».

All’imbocco di via Gasparo Da Salò i menù affissi agli ingressi dei bar annunciano sandwich & salads. A pochi passi da lì la rinomatissima via Beccaria, concentrato di ristorazione. Nelle pagine dei menù i più diligenti hanno tradotto la combinazione degli ingredienti di ogni piatto. Coppa al forno con peperonata calda? Roasted coppa with hot stewed peppers. Carne salada con scaglie di grana? Salted meat from Trentino with parmesan cheese flakes.

Per altri invece, indirizzati a una clientela più locale e tradizionale, la carta è ancora in italiano. In piazzetta Vescovado, una targhetta a fianco dell’insegna di un locale sintetizza l’offerta: «breakfast, lunch, happy hour, dinner». Man mano si esce dall’epicentro turistico, appena fuori dagli itinerari più battuti, l’approccio internazionale si scolorisce. I panini tornano a essere panini, le insalate... insalate. Inconfondibile è il simbolo bresciano dell’aperitivo: il pirlo, in ogni lingua e a qualsiasi ora. L’importante, anche per gli stranieri, è non chiamarlo spritz. 

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