Truffa milionaria: il crac Cobra-Zampedri in aula

Dodici persone davanti al giudice, l'11 novembre, per reati fallimentari, frodi tributarie e truffe milionarie.
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Distrazioni patrimoniali da 7 milioni di euro, truffe alle banche per 3,8 milioni, un falso in bilancio di 4,3 milioni, trucchi contabili per 5 milioni, evasione fiscale per 1,5 milioni.

Secondo gli inquirenti sono i numeri del caso Cobra-Zampedri, incentrato sulle omonime concessionarie di automobili e sulle società collegate, prossimo a varcare le soglie del tribunale. L'11 novembre è stata fissata l'udienza preliminare per i 12 imputati considerati responsabili, a vario titolo, di reati fallimentari e tributari, oltre che di truffa. 

Due persone erano state arrestate in maggio nell'indagine della Guardia di FInanza, coordinata dalla Procura della Repubblica di Brescia: per Emanuele Masetti Zannini, 45enne amministratore delegato delle società sotto inchiesta (Zampedri Commerciale, Cobra Amc e Cobra srl) si erano aperte le porte del carcere, mentre per il padre 72enne, Francesco Masetti Zannini, presidente delle stesse società, erano stati disposti i domiciliari.

L'operazione, chiamata Toxic Cars, era stata avviata nel settembre del 2013, con diverse perquisizioni svolte tra febbraio e maggio scorsi, che avevano portato in una prima fase al sequestro di 2,4 milioni di euro complessivi, tra beni immobili e mobili, oltre che di 59 automobili. 

Tra i risvolti della vicenda, vi sono i numerosi clienti che lamentavano la mancata consegna delle automobili, nonostante il pagamento di caparre o addirittura dell'intera cifra richiesta. Vicende, di cui avevamo dato più volte conto, confluite poi in esposti che hanno contribuito al lavoro della Procura. 

Emanuele Galesi

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