Tornado caduti: trovati due corpi, nessuna speranza

L'Aeronautica: «Escludiamo sopravvissuti». Ritrovati anche due corpi: forse tra essi anche quello del capitano Mariangela Valentini.
Tornado caduti, individuati due corpi
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«Escludiamo ci possano essere sopravvissuti». E’ una nota ufficiale dell’Aeronautica Militare quella che nella tarda mattinata di mercoledì ha raggelato ogni speranza di ritrovare ancora in vita i quattro militari dispersi da ieri nell’Ascolano, dopo che i due Tornado con i quali erano decollati dall’aerobase di Ghedi (leggi le parole del sindaco Lorenzo Borzi) si sono scontrati in cielo esplodendo in una gigantesca palla di fuoco.
 
Ieri il tragico incidente, oggi nel giorno che doveva tenere alte le speranze la più nera delle conferme giunta ancor prima che con la nota ufficiale di AM con il rinvenimento del corpo carbonizzato di uno dei piloti, un uomo, impossibile al momento accertarne l’identità. E quindi, nella tarda mattinata, di un secondo, forse - ma le conferme ufficiali mancano ancora - quello dell'unica donna che faceva parte dei due equipaggi, il capitano pilota Mariangela Valentini. Nel caso, si tratterebbe tragicamente della prima donna pilota morta in missione nella storia dell'Aeronautica Militare Italiana e di tutte le Forze armate.
 
Il primo corpo ritrovato era in una zona scoscesa a un chilometro circa dall’abitato di Tronzano, dov’era anche il badge di plastica semiliquefatto di uno dei piloti. A Poggio Anzù, invece, dove era stata segnalata la presenza di altri resti umani, poi smentita, è stato rinvenuto un casco da pilota.  Tra Mozzano, Casamurana e Tronzano, infine, poco dopo le 13, il ritrovamento di un secondo corpo, all'apparenza secondo indiscrezioni, femminile. E’ giunta così la conferma che nessuno avrebbe voluto ricevere, circa il fatto che per almeno due dei quattro ufficiali non vi sono più speranze. Rinvenuti poco più tardi, sempre nella mattinata, che un secondo casco di volo e un seggiolino eiettabile «non armato», ossia non pronto per essere eiettato.
 
All’appello lo ricordiamo mancano quattro ufficiali, tre uomini e una donna. A bordo del primo dei caccia bombardieri, c’erano infatti il capitano pilota Alessandro Dotto, 31 anni di San Giusto Canavese (Torino), e il capitano navigatore Giuseppe Palminteri, 36 anni, originario di Palermo; sul secondo volavano invece il capitano pilota Mariangela Valentini, 32 anni, di Oleggio, vicino a Borgomanero (Novara), e il capitano navigatore Paolo Piero Franzese, 35 anni, originario di Benevento ma di casa a Nola, dove aveva moglie e figli.
 
Le ricerche erano comunque proseguite incessanti tutta la notte sulle colline di Venarotta, nonostante i roghi abbiano reso difficili le operazioni.  Roghi per contrastare i quali si sono moltiplicati dalle prime ore della giornata i passaggi di elicotteri antincendio e di velivoli Canadair della Protezione civile. Per la localizzazione dei resti dei velivoli dal cielo, infine, dalla base di Amendola (Foggia) si è invece levato in volo un drone (un velivolo a pilotaggio remoto) Predator del 32° Stormo che si trova sull’area dell’incidente per supportare l’attività di ricognizione dall’alto.
 
Ancora da capire cosa sia effettivamente avvenuto: dallo Stato Maggiore dell’Aeronautica come dal 6° Stormo si rimanda a dopo il rinvenimento delle scatole nere dei due velivoli ogni ricostruzione dell’incidente. I testimoni hanno raccontato di una collisione tra i due cacciabombardieri che volavano a bassa quota provenienti da direzioni differenti. I radar hanno tracciato, riferiscono fonti militari, un volo del tutto rispondente ai piani prestabiliti per quella che doveva essere una comune missione addestrativa in vista di una esercitazione Nato prevista per l’autunno. 
 
I due Tornado erano decollati alle 15.30 dalla pista di Ghedi, alle 17 era atteso il loro rientro. Ma sulla lunga lingua d’asfalto dell’aerobase del 6° Stormo non hanno mai fatto ritorno. Nessun allarme, solo, a incidente avvenuto è stato ricevuto il segnale radio che confermava l’avvenuto lancio di salvataggio dei seggiolini eiettabili di entrambi gli equipaggi. Smentito infine il rinvenimento di un brandello di paracadute: la tela arancione recuperata nella serata di mercoledì sarebbe in realtà di un salvagente.
 
Intanto poco prima delle 11, sono arrivati nel Bresciano, alcuni dei parenti dei militari dispersi. Atterrati all'aeroporto civile di Montichiari, sono stati immediatamente condotti da mezzi e personale dell'Aeronautica Militare all'aerobase di Ghedi. I parenti di Alessandro Dotto, invece, sono volati ad Ascoli Piceno, sul luogo del tragico incidente.
 
Gianluca Gallinari
 
 
 

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