Tornado caduti, il ministro della Difesa a Ghedi

Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, è stata martedì in visita all'aerobase di Ghedi per esprimere vicinanza dopo la tragedia.
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Il ministro della Difesa Roberta Pinotti è giunta ieri per all’aerobase di Ghedi per fare visita al alle donne e agli uomini del 6° Stormo dopo la tragedia che ha segnato la grande famiglia famiglia dei Diavoli Rossi, con lo schianto dei due Tornado avvenuto lo scorso 19 agosto nei cieli delle Marche. Una visita voluta dallo stesso ministro a quanto si apprende per condividere con tutto il personale dell’aerobase il tristissimo momento di lutto e rendere omaggio a quattro giovani vite spezzate.

Nel corso della visita il Ministro, accompagnato dal capo di stato maggiore dell’Aeronautica generale Pasquale Preziosa e dal comandante dell’aerobase col. Andrea Di Pietro, ha ribadito la sua vicinanza e il suo affetto alle famiglie e ai colleghi del capitano Mariangela Valentini, del capitano Alessandro Dotto, del capitano Giuseppe Palminteri e del capitano Paolo Piero Franzese.

I due Tornado erano decollati dalla base del 6° Stormo di Ghedi per una missione addestrativa pianificata ed approvata secondo le regole del volo, propedeutica ad un’esercitazione Nato in programma nel prossimo autunno. In un recente intervento il ministro ha anche sottolineato come non possa in alcun modo ricondursi l’accaduto ai tagli al bilancio delle forze armate: «Non hanno mai inciso sulla sicurezza dei piloti. Su questo siamo stati bene attenti. Tutti fanno le ore necessarie di addestramento e sono tra i migliori del mondo». Sottolineando come i quattro militari morti nello schianto fossero tutti piloti e navigatori «di alta esperienza, con molte ore di volo», ha ribadito come sia presto per avanzare ipotesi sulle cause.  «Ad oggi si tratta solo di una tragica fatalità. Avevano fatto mille volte addestramenti di questo tipo». Le inchieste della magistratura e quella interna aperta dall'Aeronautica Militare dovranno in tal senso fare chiarezza sull'accaduto.

Nel frattempo si attendono le decisioni circa le esequie dei quattro funerali: la complessità degli esami del dna, viste le condizioni dei resti dei militari, imporrà tempi più lunghi. Ci vorrà non meno di una settimana per il nulla osta alla sepoltura della magistratura ascolana. Quanto al luogo delle esequie al vaglio tre ipotesi: la Cattedrale di Brescia, la Parrocchiale di Ghedi o la stessa aerobase, dove i piloti farebbero finalmente ritorno a casa.

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