Tangente a Nicoli, la moglie di Locatelli ammette

Interrogata dal Gip a Milano, la moglie dell'imprenditore ha ammesso la tangente da 100mila euro a Franco Nicoli Cristiani.
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Ha risposto. Ha ammesso la tangente di 100mila euro a Franco Nicoli Cristiani, ex vicepresidente del Consiglio regionale, per dare una spinta all'autorizzazione per la discarica di amianto di Cappella Cantone, in provincia di Cremona.
Orietta Rocca, moglie dell'imprenditore Pierluca Locatelli, è comparsa ieri davanti al gip di Milano, Elisabetta Meyer, per l'interrogatorio di garanzia dopo l'emissione della nuova ordinanza di custodia cautelare per il passaggio da Brescia a Milano del filone d'indagine relativo alla corruzione. Quel 26 settembre era con il marito sul suv su cui vennero consegnati i soldi in banconote da 500 euro. Gli stessi che, per l'accusa, sono stati trovati a Nicoli Cristiani durante la perquisizione dai Carabinieri del Nucleo investigativo. Difesa dagli avvocati Marco De Cobelli e Gabriele Casartelli (in sostituzione di Roberto Bruni, Ennio Amodio), è stata sentita per più di un'ora.
Sui primi 100mila euro ha confermato le dichiarazioni già rese dal marito. Ovvero la consegna dei 100mila euro sull'Audi Q7 fuori dal casello di Capriate. Soldi che furono affidati a Giuseppe Rotondaro, responsabile degli staff dell'Arpa Lombardia. Il quale li avrebbe portati poi a Milano e consegnati a Nicoli Cristiani. Sull'auto pure la «cimice» che aveva registrato la conversazione. Come pure la «dimenticanza» dei 10mila euro per Rotondaro, consegnati in seguito. Silenzio su quanto riferito dalla Rocca sulla seconda tranche della tangente (altri 100mila euro promessi a Nicoli Cristiani e altri 10mila a Rotondaro), che Pierluca Locatelli ha confermato al gip Meyer. A conclusione dell'udienza, i difensori della donna hanno chiesto la revoca degli arresti domiciliari. Oggi, inoltre, verrà depositata la richiesta di arresti a casa per il marito detenuto a San Vittore.
Sul fronte «ambientale» dell'inchiesta, rimasto a Brescia, stamattina alle 11.45 è infine fissata l'udienza per il ricorso al Tribunale del riesame promosso da Brebemi e Bbm contro il sequestro di 34 chilometri della direttissima Brescia-Bergamo-Milano.

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