Nuova Provincia, vecchie competenze e larghe intese

Molgora tra un mese lascia il Broletto: "Ridotto il debito di 90 milioni". Per la successione Mottinelli sostenuto da Pd e Forza Italia.
Nuova Provincia, vecchie competenze
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I conti, sempre quelli, ma anche l'amarezza per il tramonto di un organismo "utile per un territorio grande come quello bresciano" e destinato, con la riforma che lo trasforma in un ente di secondo livello, "ad essere depotenziato".

Daniele Molgora tra un mese lascerà il Broletto, sarà l'ultimo presidente della Provincia eletto direttamente dai cittadini. Nei cinque anni passati uno degli sforzi principali è stato affrontare il maxi debito lasciato sul piatto dal decennio dell'amministrazione Cavalli, mezzo miliardo di euro: "Abbiamo abbattuto il debito di 90 milioni", dice Molgora. Consapevole, lui come i colleghi di maggioranza, di come questa eredità, assieme ai vincoli del patto di stabilità, abbia influito sulla gestione dell'ente. 

Dopo di lui probabilmente arriverà Pierluigi Mottinelli, del Pd, a capo della lista "larghe intese" a cui stanno lavorando i democratici e Forza Italia. Senza, però, l'appoggio di Lega Nord e Fratelli d'Italia. 

Il 12 ottobre i sindaci e i consiglieri comunali bresciani si troveranno ad eleggere il nuovo presidente e i 16 consiglieri, anche se per la Provincia poco è destinato a cambiare nella pratica. I costi, secondo Molgora, resteranno invariati, e le competenze di fatto non vengono cancellate: ambiente, rifiuti, caccia e pesca, trasporto pubblico, edilizia scolastica, strade. Senza contare il rischio che arrivino competenze aggiuntive, magari senza risorse adeguate, mentre restano scoperti dal coordinamento provinciale temi come il turismo e la cultura. Più che una semplificazione degli enti, rischia di diventare una complicazione.

 

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