Loggia, Duomo e Fai: una squadra per l'Antegnati

Sancita in Loggia l'alleanza per salvare l'organo Antegnati del Duomo Vecchio. Il costo dell'operazione è stimato in 240mila euro
AA
È stata sancita in Loggia la triplice alleanza per salvare l’Antegnati del Duomo Vecchio, re degli organi ed esemplare di impareggiabile valore.
 
La firma dell’accordo fra il Comune, la Parrocchia della Cattedrale e il Fai consentirà di mettere mano allo strumento - costruito in due anni a partire dal 1536 - attraverso un’operazione che chiama a raccolta l’intera città. Sollecitata a contribuire al salvataggio di uno dei suoi più raffinati tesori.
 
L’Antegnati, al dodicesimo posto della classifica dei «luoghi del cuore» censiti dal Fai, soffre gli acciacchi del tempo, è divorato da un cancro dello stagno e necessita di interventi che - esplicita la capo delegazione del Fai di Brescia, Maria Gallarotti Ratti - «permetteranno di tornare ad ascoltare le sonorità uniche prodotte da questo strumento, che non ha eguali neppure Oltralpe». 
 
Il costo dell’operazione è stimato in circa 240mila euro. Nell’attesa del via libera al progetto da parte della Soprintentenza, l’accordo siglato ieri, giovedì, dà il via libera alla campagna di raccolta fondi. Da un lato don Alfredo Scaratti solleciterà il suoi parrocchiani e contribuirà alla ricerca di sponsor, «in attesa - spiega - dell’eventuale contributo derivante dall’8 x 1000, che potrebbe coprire il 40 per cento delle spese».
 
Il Fai si occuperà invece di avviare una raccolta fondi capillare, invitando i cittadini ad adottare una parte dell’organo. L’Antegnati potrebbe ricevere da Fai e Intesa San Paolo un ulteriore contributo, del quale si avranno notizie a giugno.
 
«È un’operazione ambiziosa - la chiosa del sindaco Emilio Del Bono -, ma assolutamente realistica. È un esempio di collaborazione da clonare e moltiplicare, a favore di altri tesori della nostra città».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia