Incatenato in piazza: la risposta dei Servizi sociali

L'attività del ragazzo non è equiparabile a un lavoro. Si tratta di un'esercitazione all'autonomia che viene offerta a soggetti fragili
Incatenato in piazza: la risposta dei Servizi sociali
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Si era incatenato ad un lampione in piazza Loggia. All’indomani della protesta inscenata da Alessandro Tedesco, 26enne invalido - che lamentava di essere sottopagato per il lavoro svolto part-time in un supermercato della città -, a fornire alcune precisazioni sono i Servizi sociali del Comune di Brescia, che da tempo hanno in carico il giovane e hanno predisposto per lui percorsi di sostegno ed accompagnamento all’autonomia.
 
L’attività svolta dal giovane non può essere equiparata ad un lavoro. Si tratta piuttosto di un’opportunità offerta da aziende e realtà locali ad alcuni giovani più fragili per misurarsi con le dinamiche del mondo del lavoro e per prepararsi in vista di un impiego vero e proprio con una regolare retribuzione. Di qui il modesto contributo erogato.
 
Dai Servizi sociali arriva un consiglio dopo il triste epilogo della denuncia pubblica. Al giovane, infatti, è stato sospeso lo «stage» (a livello tecnico si tratta di un’«esercitazione all’autonomia») che stava svolgendo nel supermercato: «La protesta - afferma la responsabile Silvia Bonizzoni - di certo non lo aiuta a presentarsi bene verso aziende che potrebbero essere interessate a dargli un’opportunità».  

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