Il sindaco: «Il Bigio non tornerà in piazza Vittoria»

Del Bono alla Castelletti: «Non voglio che lo spazio diventi luogo di divisioni per Brescia. Questo sì, mi inorridirebbe».
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Prima di tutto la questione pratica, per fugare ogni dubbio: il Bigio, in piazza Vittoria, non tornerà. Perché «non voglio in alcun modo che quello spazio diventi luogo e sede di scontri, divisioni o controversie. Questo sì, mi inorridirebbe». Poi, l’affondo insieme politico e istituzionale: «Brescia ha ben altre sfide e ben altri problemi, molto più seri, da affrontare e su cui concentrare l’attenzione. Non è di certo una statua la priorità della città».
 
Il sindaco Emilio Del Bono interviene così sul tema del discusso (non) ritorno della statua del Dazzi in piazza Vittoria. Replicando con risolutezza al disappunto e alle sollecitazioni esternate dal suo vice, nonché assessore alla Cultura, Laura Castelletti, convinta - dal punto di vista personale - che l’opera debba «tornare nella sua dimora originaria». 
 
Ma se il sindaco ribadisce la «marginalità» del tema, insiste invece sulla complessità delle ragioni che guidano la sua scelta e la sua risolutezza sul no ad un ritorno dell’opera in piazza. «Non ho una posizione ideologica, a differenza degli ex assessori che hanno aperto questo capitolo, anni fa. Sono anzi stati proprio loro a conferire una connotazione politica al Bigio, riproponendolo di fatto come simbolo fascista. E quell’accezione ha riaperto e acuito ferite della città che, prima di allora, erano state rimarginate». 
 
L’obiettivo, per Del Bono, è ricucire - attraverso un silenzio rispettoso - quello strappo. «Piazza Vittoria ha vissuto una stagione non semplice e ora ha bisogno di diventare un luogo nel quale la città si possa riconoscere. Collocare la statua del Dazzi su quel piedistallo, come ho più volte ribadito e come è evidente,sarebbe motivo di divisione. E io voglio una città unita, non divisa. Questo lo dico anche a tutela dello stesso manufatto, che verrebbe immediatamente deturpato perché individuato come elemento simbolico. Ricordo che questa è la città della Strage di piazza Loggia, che in questi giorni sono arrivate le motivazioni della sentenza, che si tratta di una tragedia che ha segnato Brescia ed è tutto’ora vivida. E questo, un sindaco, non può fare finta di non saperlo» conclude Del Bono. Che ribadisce: «Una statua non è, non può essere e non può diventare il problema della città».
 

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