Giornate del Fai, fine settimana con la cultura

Presentato l'appuntamento con le due giornate, in programma il 23 e 24 marzo, dedicate alla scoperta delle bellezze bresciane.
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«Fare cultura per formare cittadini responsabili». In occasione della presentazione della ventunesima edizione delle Giornate di Primavera del Fai (Fondo Ambiente Italiano), che si è tenuta nella sala del Consiglio comunale di Palazzo Loggia a Brescia, più voci hanno ripetuto il concetto espresso da Maria Gallarotti, capo delegazione del Fai di Brescia.
«Le giornate di primavera - ha detto Gallarotti - rappresentano ormai un pellegrinaggio di tantissimi italiani, 600mila lo scorso anno, per scoprire le perle di rara bellezza del nostro territorio. Conoscere e comprendere il paesaggio che ci circonda, ci rende responsabili nel tutelarlo e ci aiuta a sviluppare una cittadinanza consapevole e culturale».

Per le Giornate di Primavera, che si terranno sabato 23 e domenica 24 marzo, la Delegazione del Fai di Brescia ha predisposto un itinerario tematico dedicato alle dimore delle maggiori famiglie aristocratiche bresciane, in un rapporto che lega i palazzi della nobiltà cittadina e le «ville di delizia» in provincia. In tutto sono diciotto i beni aperti, dei quali undici sono palazzi o castelli di grandi casati, edificati fra '500 e '700, quasi tutti normalmente chiusi al pubblico. Un itinerario che offre una panoramica storica e un approfondimento culturale dell'identità del nostro territorio. (CLICCA QUI per vedere tutti i luoghi aperti in Lombardia)

E veniamo ai numeri. Lo scorso anno i beni aperti dalla delegazione bresciana del Fai sono stati visitati da 19.600 «pellegrini», il 20% dei quali provenienti da fuori provincia. Dalla prima edizione ad oggi i visitatori sono stati in tutto 180mila. Oltre alla città, sono coinvolti otto Comuni e tra le aperture si contano cinque luoghi di culto, dieci palazzi, un castello e due musei. Le guide volontarie sono 137 e 92 i responsabili dell'accoglienza al Banco Fai, anch'essi volontari. A questi vanno aggiunti, infine, i 169 studenti ciceroni.

«La partecipazione degli studenti - ha spiegato Federica Martinelli, responsabile Fai Giovani - è un'idea che caratterizza le Giornate di Primavera della nostra città e che ha dato ottimi risultati negli anni scorsi. Ci fa piacere sapere che altre delegazioni da quest'anno adotteranno la nostra stessa strategia».

La partecipazione degli studenti alle Giornate di Primavera non è l'unica idea tutta bresciana «copiata» da altre città. La delegazione del Fai di Brescia è stata, infatti, la prima a sviluppare il progetto «Arte, un ponte fra culture», che è stato adottato dal Fai nazionale ed esteso poi ad altre 80 città. «Si tratta - ha spiegato Maria Giuseppina Conte Archetti, presidente dell'associazione Amici del Fai - di coinvolgere in queste giornate gli stranieri residenti in Italia e formarli come guide». Grazie a questa iniziativa le visite ai beni possono essere seguite in 17 lingue straniere. E qualcuno ha già ribattezzato l'acronimo Fai in «Favorire amicizie internazionali». Altro progetto legato alle Giornate di Primavera si chiama «Liberiamoci con l'Arte», organizzato in collaborazione con la Casa di Reclusione di Verziano e con l'Associazione Carcere e Territorio onlus.
Grazie a questo percorso formativo quattro detenuti potranno affiancare i volontari del Fai durante le Giornate di Primavera 2013. Altra idea che, come le altre, merita di essere riproposta a livello nazionale.
Salvatore Montillo

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