Giù le case in autocostruzione, fallisce il Sogno

Stop all'iniziativa pilota avviata nel 2007: entro primavera gli scheletri dei 15 alloggi «fai da te» saranno abbattuti.
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E adesso non resta che abbatterle. E' naufragato il progetto pilota del Comune di Brescia che puntava all'autocostruzione. Sotto i riflettori, quindici famiglie che dal 2007 avevano investito tempo, capitale e lavoro a Sanpolino.

Tutto inizia nel 2007, quando il Comune emette un bando per partecipare ad un progetto di autocostruzione, alias «case fai da te», di unità immobiliari nel quartiere di Sanpolino, cofinanziato dalla Regione (con 299.428 euro). I vincitori possono costruirsi la propria casa ad un prezzo vantaggioso. Non serve avere un capitale iniziale e gli inquilini hanno la possibilità di divenire proprietari dell'alloggio ad un costo inferiore del 25% rispetto ai prezzi delle altre abitazioni del borgo. Quindici famiglie vincono il bando e costituiscono una cooperativa dal nome emblematico: «Il Sogno».  Termine per la fine dei lavori: 31 luglio 2010.

Ogni socio della cooperativa si impegna a prestare circa 1.200 ore lavorative per la realizzazione delle unità abitative. Il tempo dedicato alla costruzione è concentrato nei fine settimana, nelle ferie e in tutti i giorni liberi disponibili. Il braccio operativo del Comune di Brescia è l'Aler che, a sua volta, si avvale della cooperativa Alisei, specializzata in progetti di autocostruzione, a cui è affidata la gestione del cantiere e la formazione degli autocostruttori.

Dopo qualche problema iniziale i lavori cominciano nell'aprile 2008. Il primo giro di boa, nel dicembre 2009. Quando del nuovo nucleo insediativo si vedono solo muri esterni e poco altro. Ma, soprattutto, della cooperativa incaricata per seguire i lavori - la Alisei - non c'è più alcuna traccia. Fino al 20 maggio 2010 con la definitiva sentenza di fallimento della Alisei autocostruzioni srl, emessa dal Tribunale di Milano.

Quindi, il 28 ottobre 2010, il caso entra nell'aula consiliare della Lombardia. Ed è l'assessore Domenico Zambetti a dover fare un punto della situazione «amaro».
Un approfondito esame che trova ora il suo epilogo: gli scheletri dei quindici alloggi «fai da te» verranno abbattuti. Decretando il fallimento del Sogno.

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