Freccia Rossa: dagli orti all'acciaio e al commercio

Il 22 aprile 2008 apriva il centro commerciale Freccia Rossa. Una parte di città restituita alla fruizione
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Una folla pazzesca. Sessantamila persone su è giù dalle scale mobili, dentro e fuori i negozi, davanti alle vetrine, al bancone dei bar, nei ristoranti, sotto le strutture di vetro, cemento e acciaio per partecipare all’evento.
 
Una festa mondana con aperitivo, vip, musica e palloncini per salutare l’apertura del Freccia Rossa. Un centro commerciale, un tempio del consumismo, ma anche un luogo sociale, un pezzo di città restituito alla fruzione.
 
Era martedì 22 aprile 2008: la città teneva a battesimo il complesso fra le vie Italia, Cassala, Folonari e Togni.
Con quell’invasione di folla spinta dalla curiosità di vedere - finalmente - il risultato di anni di cantiere in quella porzione del comparto Milano. Centoventi attività commerciali e ventitrè fra bar e ristoranti; un supermercato da 3.300 metri quadrati; cinema multisala, centro fitness, un family entertainment center; un parcheggio sotterraneo con 2.500 posti auto.
 
Il tutto per un investimento privato di 140 milioni di euro su una superficie di 30mila metri quadrati. L’apertura del Freccia Rossa era il primo tassello per ricomporre il puzzle del comparto Milano, con le sue fabbriche dismesse.
 
Un riordino rimasto in gran parte inattuato, come denunciano i ruderi dei vecchi capannoni. Il centro commerciale sorge su un’area che aveva già conosciuto diverse trasformazioni, da ortaglie a sito sederurgico.
 
Qui, agli inizi del Novecento, furono impiantate le «Officine Metallurgiche Togni», nel 1934 diventate Atb (Acciaieria e Tubificio di Brescia), nel 1979 rilevate dalla società Bisider che avrebbe chiuso nel giro di pochi anni. Dagli orti, all’acciaio, al commercio.

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