Ennesimo rinvio del processo per l'ultrà del Brescia picchiato a Verona nel 2005
Ennesimo rinvio. E gli anni di attesa per il processo agli otto agenti della Celere di Bologna che, secondo l’accusa, lo ridussero in fin di vita diventeranno sei. Era il 24 settembre del 2005, quando Paolo Scaroni, tifoso delle rondinelle, veniva raccolto in coma dai binari della stazione di Verona, qualche ora dopo la fine di Hellas-Brescia. Sarà il 23 settembre del 2011 quando, forse, prenderà il via procedimento per lesioni gravissime a carico di chi, per il pubblico accusatore, lo ridusse in quelle condizioni.
Scaroni, che dopo settimane di coma si è svegliato senza ricordo del passato e con l’invalidità certificata al cento per cento, ha dovuto attendere cinque anni per ottenere un primo risultato: il rinvio a giudizio degli otto agenti. In tutto questo tempo la procura scaligera, chiamata ad esercitare l’azione penale, ha chiesto l’archiviazione per due volte. E per due volte non l’ha ottenuta. Nella prima occasione il giudice delle indagini preliminari ha restituito gli atti al pm perché indagasse ulteriormente. Nella seconda ha imposto la formulazione del capo di imputazione. Passaggi che hanno richiesto il tempo solitamente impiegato dalla giustizia per arrivare a sentenza definitiva.
Un’enormità processuale che spinge il legale di Scaroni a temere il colpo di spugna della prescrizione.
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