Costa come un quadrilocale, ma è Palazzo Martinengo

Palazzo Martinengo è affidato ad un'associazione a soli mille euro al mese per organizzarvi mostre. La prima già nel 2015.
Palazzo Martinengo, affitto low cost
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Per quella cifra, in zona, si affitta un quadrilocale. Se si è fortunati, mille euro al mese dovrebbero bastare per un appartamento spazioso in via Musei. All’Associazione Amici di Palazzo Martinengo, invece, è stato affidato un intero immobile: Palazzo Martinengo, appunto. E’ la cifra che l’organismo spenderà per utilizzare l’edificio. Lo scopo: allestire mostre di durata semestrale per cinque anni, dal 2015 al 2019.

Lo stabilisce una convenzione siglata con il Broletto poco prima della scadenza del mandato di Daniele Molgora. Senza procedere a un bando, l’ex presidente decide di affidare gli spazi espositivi del palazzo all’associazione senza scopo di lucro per sei mesi all’anno a soli seimila euro. Un forfait, in pratica, per le spese di corrente elettrica, riscaldamento, tassa sui rifiuti. Non solo, con l'accordo viene anche concesso l’utilizzo di un ufficio come sede dell’associazione.

Presieduto da Roberta Bellino, tra i fondatori del sodalizio vi sono Mauro Cavalleri, Stefano Cristini, Francesco Mussinelli: l’esperienza, in fatto di organizzazione di eventi culturali, non sembra molta. Eppure, di punto in bianco arriva Palazzo Martinengo. L’associazione si costituisce tra aprile e maggio del 2015; il 3 giugno presenta una domanda per l’utilizzo dell’edificio per mostre di caratura nazionale e internazionale; il 5 giugno arriva l’ok della giunta; il 23 luglio c’è la convenzione che definisce il comodato d’uso (quasi) gratuito.

Un iter molto rapido, che pare legato alla volontà della Provincia di evitare che la prestigiosa sede di mostre resti senza gestione. La Fondazione Provincia di Brescia Eventi, presieduta dallo stesso Molgora e titolare della gestione culturale dello spazio, è ora di fatto svuotata e dopo il buon andamento della mostra su "Moretto, Savoldo, Romanino, Ceruti: Cento capolavori dalle collezioni private bresciane”, 23.650 ingressi dall’1 marzo all’1 giugno 2014, il Broletto vuole mantenere una continuità organizzativa.

E in effetti la continuità c’è. L’associazione ha già pronta una mostra che partirà a gennaio, intitolata “Il cibo nell’arte. Capolavori dei grandi maestri dal Seicento a Warhol”. Il curatore è lo stesso del precedente allestimento, Davide Dotti, giovane storico dell’arte molto apprezzato da Molgora. Tanto che in estate, durante la presentazione della convenzione, l’ex presidente dice: “Con l’esclusione della cultura dalle competenze previste per legge della Provincia, il palazzo correva il rischio di rimanere inutilizzato proprio nell’anno dell’Expo, perciò siamo giunti alla conclusione di affidarne la gestione all’associazione, la cui collaborazione con Dotti è per noi garanzia di qualità”.

Dotti, però, non fa parte dell’associazione, chiamata a sobbarcarsi il costo di un progetto, quello su cibo e arte, il cui costo è stimato in 400mila euro. Chi paga? Per metà gli sponsor, spiega la presidente Roberta Bellino, l’altra metà i visitatori, con i biglietti: “Ci sono già settemila prenotazioni dalle scuole”.

Non ci sono, però, contratti specifici che definiscano la gestione degli spazi, della guardiania, dei biglietti, delle sponsorizzazioni. La Provincia, insomma, concede uno spazio chiavi in mano senza pretendere alcuna verifica sull’andamento dell’operazione. Una procedura che oggi il nuovo presidente Pier Luigi Mottinelli, eletto il 12 ottobre scorso, vuole approfondire. Perché i seimila euro mensili non sono una cifra proporzionata all’immobile e perché l’associazione non si è ancora fatta viva dopo il cambio amministrativo: “Non ne conosco le finalità”, commenta Mottinelli. Per Bellino, comunque, tutto verrà chiarito: “Abbiamo chiesto un incontro alla segreteria, aspettiamo una risposta”.

Emanuele Galesi 
Bianca Martinelli

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