«Caro Vescovo, sono un bambino poliziotto...»

Monsignor Monari ha fatto visita alla Questura. Ad accoglierlo c'era anche il figlio di un ispettore
AA
Nella mattinata di questo giovedì il vescovo di Brescia monsignor Luciano Monari è stato in visita in Questura. Ad accoglierlo, assieme al Questore ed ai funzionari, c’era anche un «bambino poliziotto», figlio di un ispettore. Il piccolo ha indossato una vecchia divisa del papà e ha letto al Vescovo una toccante lettera scritta di suo pugno, in cui ha raccontato cosa significa, dal suo punto di vista, essere figlio di un poliziotto.
 
Caro Luciano,
 
Spero che non ti dispiaccia se ti chiamo così. Hai il viso così buono e semplice e non mi metti soggezione come solitamente avviene con le persone importanti... So che sei una persona che conta... ma noi bambini amiamo un linguaggio fatto di parole semplici, senza termini ricercati e difficili e ci rivolgiamo ai grandi direttamente e con semplicità.
 
Mi chiamo Marco e ho 13 anni. Sono un piccolo poliziotto, proprio come il mio papà... Ho recuperato, non senza qualche rimprovero, i pantaloni e la giacca di una vecchia divisa di papà Nicola ed è bastato qualche piccolo ritocco della mamma per vivere anch’io una straordinaria magia: l’emozione di un piccolo poliziotto, felice di indossare la stessa divisa scintillante che ho visto calzare per anni al mio eroe di sempre: il mio poliziotto-papà... 
 
Le stoffe sono un po’ consunte e sdrucite. Sarà forse per il lungo periodo di tempo trascorso e per tutti i servizi faticosi che per tanti anni ho visto fare al mio poliziotto preferito?
 
Ho voluto compiere questo gesto, carissimo Luciano, per mostrarti quanto mi sia caro il mestiere del mio papà e quanto mi siano cari tutti i poliziotti. Io sono cresciuto fin da piccolo tra i poliziotti e anche adesso vivo costantemente tra di loro... Ti assicuro, sono persone meravigliose che mi hanno spesso sottratto papà dagli appuntamenti più cari in famiglia... Ora, però, ho capito meglio perché papà non sa rinunciare a questa famiglia allargata: ti è sempre vicina, non ti abbandona mai e, con la sua costante presenza, ti scalda il cuore.
 
Ecco perché, caro Luciano, desidero ringraziare il Signore di cuore per consentirti di essere qui tra tutti gli uomini e le donne della Polizia di Stato che meritano tanto...
 
Ti prego, puoi pregare Gesù, che è stato bambino anche lui, di guardare alla vita di tutti i poliziotti? Di salvarli dai pericoli e dalle insidie del loro mestiere? Di aiutare le loro famiglie a superare i momenti di difficoltà per le assenze del capo famiglia?
 
Qualche volta ho incontrato lo sguardo affaticato del mio papà al ritorno da una giornata di duro lavoro. Anche se stanco aveva sempre una parola buona ed un sorriso per me ed i miei fratelli, sempre pronto a perdonare anche qualche nostra marachella. 
 
Spero che anche tu riesca a perdonarmi per qualche disobbedienza. Tu che puoi e lo conosci bene mi fai una raccomandazione a Gesù Bambino? Io - in cambio - ti prometto che cercherò di essere più buono... Un abbraccio - davvero grande - da tutti i bimbi poliziotto di questa città.
 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia