Bresciana «violentata dall’amico», versioni a confronto

La violenza in Sicilia ad agosto. La giovane avrebbe fornito due versioni per evitare che il padre si vendicasse sul ragazzo
Bresciana violentata: inchiesta aperta
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Per lei quel ragazzo più grande di cinque anni era solo un amico. Lui, però, voleva di più. E il pomeriggio del 13 agosto scorso l’avrebbe portata in un casolare abbandonato. E violentata.
 
La storia arriva dalla Sicilia e coinvolge una ragazza bresciana di 20 anni che da 15 trascorre le vacanze nel paese natale del padre. Proprio la figura del genitore che lei definisce «all’antica» avrebbe spinto la giovane a raccontare alla polizia due versioni dei fatti diverse a distanza di 48 ore l’una dall’altra. «Non volevo che papà si vendicasse personalmente sul ragazzo che mi ha violentata», ha raccontato agli inquirenti.
 
Lo stesso giorno del fatto, sporge denuncia contro ignoti. Alla polizia racconta di essere stata trascinata con forza in riva al mare e violentata. Descrive il suo aguzzino nei minimi dettagli, ma non fa alcun nome. Due giorni dopo però è costretta a ritrattare quando gli agenti le mostrano il video di una telecamera installata in strada: le immagini mostrano il momento in cui i due ragazzi si incontrano. Prima della presunta violenza. E il ragazzo 25enne corrisponde in tutto e per tutto alla descrizione fornita dalla bresciana. 
 
La Procura siciliana che indaga ha aperto un’inchiesta e il pubblico ministero ha chiesto l’incidente probatorio disposto dal Gip e fissato per il prossimo 11 novembre, quando la ragazza, oltre a rispondere alle domande degli inquirenti in un interrogatorio protetto, sarà sottoposta anche ad una perizia psicologica.
 
La Procura siciliana vuole vederci chiaro sulla versione dei fatti cambiata due volte in 48 ore dalla vittima.
 

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