Brescia 1980: cacciare le auto dal centro

È il 1980 e il problema del traffico cittadino è in primo piano nell’opinione pubblica
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Circolazione caotica, automobili in sosta vietata, spreco di carburante, inquinamento acustico e dell’aria. Insomma, una situazione insostenibile. Solo danni e nessun vantaggio.

Ecco perché bisogna cacciare i veicoli privati dal centro storico (nella foto Eden, un ingorgo a piazza Mercato). È il 1980 e il problema del traffico cittadino è in primo piano nell’opinione pubblica, sulla stampa, in municipio, fra gli esperti.

L’Amministrazione comunale è decisa ad intervenire sulla base di un piano studiato dall’Aci: divieto di attraversare il centro, pedonalizzazione delle vie principali, istituzione di ring e controring. Una rivoluzione per le abitudini dei bresciani, da introdurre gradualmente. Si comincia l’1 ottobre 1980 con la pedonalizzazione di corso Magenta, mentre a breve partiranno i lavori per installare i semafori sulle future strade di scorrimento esterno.

Ma è soltanto un assaggio. L’ora x arriva il 5 gennaio del 1982. Alle 14 scatta la prima, corposa tranche delle novità previste: una serie di sensi unici ed inversioni nelle vie Cattaneo, Tosio, Rosa, Gambara, Cereto, in vicolo S. Clemente e piazza Tebaldo Brusato. L’11 marzo seconda e decisiva tappa: basta auto in corso Zanardelli, nelle vie Mazzini e Dieci giornate, in corso Palestro.

«D’ora in poi gli automobilisti che vorranno raggiungere il centro - scrive il GdB nel giorno fatidico - dovranno utilizzare il ring e il controring e poi percorrere le vie di penetrazione; il centro, per altro, sarà inaccessibile al traffico privato, che lo sfiorerà solamente». Diventa fondamentale il doppio sistema di circonvallazioni, le strade comprese nel quadrilatero via Ugoni-via XX settembre, via Turati, via Leonardo da Vinci.

La novità, però, non piace a tutti. I bresciani si adeguano velocemente, ma i commercianti riuniti nelle Botteghe del Centro - temendo un contraccolpo negativo sulle loro attività - protestano. Il Comune non retrocede, ma si attiva per promuovere con i negozianti iniziative di rilancio, come shopping day serali, spettacoli, eventi per richiamare i cittadini. Presto, tuttavia, appare chiaro come la chiusura del centro sia una decisione saggia e gradita dai bresciani.

 

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