Brebemi, polemiche sul maxi finanziamento pubblico

Proteste contro i 330 milioni di Regione e Governo per Brebemi. Il ministro Lupi frena, ma per Maroni l'A35 rischia la chiusura
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Un finanziamento da 330 milioni di euro su cui si sta alzando un polverone. E il ministro Lupi frena, sottolineando che i soldi non sono ancora stati stanziati. Nelle polemiche è finita ancora una volta la Brebemi, già al centro di una disputa sulle tariffe con la A4 e di un video provocatorio sul web per lo scarso traffico, dopo che nei giorni scorsi il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, aveva annunciato «buone notizie sia nello sviluppo dei collegamenti di BreBemi sia nella ridefinizione del piano finanziario della società».

Scartate le ipotesi di defiscalizzazione dell’opera e di allungamento della concessione autostradale, per il riequilibrio dei conti di BreBeMi si ipotizza un impegno nell’ordine di 330 milioni di euro, suddivisi tra Governo, 270 milioni, e Pirellone, 60 milioni.  Il tutto per un’opera costata 2,4 miliardi di euro, con 700 milioni di prestiti dalla Banca europea degli investimenti e altri 820 milioni dalla Cassa depositi e prestiti.

L’eventualità di un aiuto pubblico a BreBeMi ha però scatenato le ire di Legambiente, che dà addirittura per scontata un’intesa tra il Pirellone e l’esecutivo Renzi sul possibile sostegno economico al gestore della A35.

«L’accordo siglato a Roma tra il ministro Lupi e il governatore Maroni - scrive in una nota il responsabile Trasporti di Legambiente Lombardia, Dario Balotta - è sconcertante e in contrasto con la volontà del Parlamento, dato che la commissione Ambiente ha formalmente impegnato il Governo a monitorare l’operazione BreBeMi affinché i costi dell’autostrada non gravassero sulle casse dello Stato. È inoltre paradossale - aggiunge Balotta - che il Pirellone annunci tagli al trasporto pubblico locale (155 milioni nel 2014) quando nello stesso tempo mette tra le sue priorità il salvataggio di una concessionaria autostradale sull’orlo del fallimento a pochi mesi dalla sua apertura a causa di un traffico nettamente sotto le aspettative».

In consiglio regionale si sono sollevate le voci critiche di Pd e M5S, contrari al finanziamento, e ora anche la Cna-Fita si scaglia contro l’ipotesi di un intervento a favore della A35.

«Mentre in Italia le imprese che si occupano del Trasporto Pubblico Locale del trasporto merci sono in ginocchio a causa anche d’imposte che crescono giorno dopo giorno e continui tagli, il Ministro Lupi regala altri 270 milioni di euro ai concessionari, questa volta per la Bre.Be.Mi., l'autostrada che collega Brescia a Milano. Una missione di salvataggio compiuta dal Ministro che ci lascia costernati». Così la Cna-Fita in una nota in cui si «ribadisce quanto già detto in più occasioni circa il perverso meccanismo che, al Ministero dei Trasporti, consente continui finanziamenti a pioggia per i concessionari autostradali senza nessuna garanzia e soprattutto senza possibilità di controllo e condizionamento da parte dello Stato».

Sul tema è dovuto quindi intervenire il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi. «In questo momento non ci sono soldi pubblici stanziati per la Brebemi: non sono previsti nella legge di stabilità, non ci sono nell’emendamento presentato dal governo ieri».

«C’è un confronto aperto fra Brebemi, Regione e governo» ha ammesso e questo in considerazione dell’aumento dei costi degli espropri e della eseguità del traffico. «All’inizio era stata presentata come un'autostrada che non aveva bisogno di risorse pubbliche - ha aggiunto - se sono cambiati i piani finanziari li dovremo vedere e capire le ragioni per cui ciò sia accaduto».

La precisazione di Lupi, però, non sembra essere piaciuta a Maroni. Che adombra il rischio di chiusura della Brebemi.  «La questione è decidere se questa opera resta o chiude e quindi se il sistema di progect financing in Italia ha un futuro o no». «La regione è disponibile ad aiutare il Governo - ha detto all'inaugurazione di una mostra alla Villa Reale di Monza, presente lo stesso Lupi - . Se il governo decide noi ci siamo. Altrimenti si assumerà la responsabilità delle conseguenze».  

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