Visitare il museo dei capolavori della liuteria

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Palazzo Loggia ospita, da qualche giorno, cinque strumenti musicali, preziose testimonianze della prolifica, ma poco conosciuta ai più, storia liutaia bresciana. Imponenti contrabbassi affiancano liuti e una curiosa tiorba, o chitarrone. Legni d’abete, acero e intarsi di ebano e avorio arricchiscono il Salone Vanvitelliano. Poco più in là, passeggiando per il centro cittadino, è possibile, e consigliato, imbattersi nel «Museo strumenti musicali. Liuteria bresciana». In via Trieste, incastonato nel sotterraneo di Palazzo Martinengo Cà Di Villa, vi è una stanza dove a numerose chitarre si aggiungono esemplari originali antichi tra cui fortepiani, sarinde, sarangi… Non vi è un angolo libero, l’occhio si perde tra strumenti etnici, africani, indiani, dai suoni ipnotici e conturbanti, eleganti cetre, sinuose chitarre dalle dimensioni più varie. Deliziosi mandolini intervallano flauti. Si trovano inoltre copie moderne della ricercata tromba marina del liutaio Giorgio Cerutti, raffinati intarsi, impressi sui violini di Gasparo da Salò e Maggini, cetere e molti altri ancora. Strumenti ad arco, pizzico e plettro costituiscono il nucleo principale, ma l’attenzione viene catturata anche dagli innumerevoli strumenti meccanici: singolari organetti, carillons, ariose, piani a cilindro… e ci si perde, inevitabilmente. Ma questo luogo è più di un semplice museo. Ad accogliere i visitatori, infatti, è un ometto dalle gambe stanche, ma dallo spirito caparbio, stemperato da un sorriso cordiale. Ostinatamente e anima di questo Museo è quella del Maestro Virginio Cattaneo, che dal 1956 ha cominciato a dare forma e vita alla sua collezione di strumenti. Non esita ad aprire le porte di questo luogo magico, rivelando origine e funzionamento di ogni strumento, snocciolando curiosità: irriverenza arrotondata da amichevole ospitalità. È possibile infatti fotografare e provare gli strumenti, quasi tutti perfettamente funzionanti. Per di più l’ingresso è libero. Come se non bastasse, è inoltre presente una biblioteca annessa, anch’essa custodita dalla memoria del Maestro bresciano: manoscritti, opere teatrali per canto e pianoforte, un fondo di musiche a stampa per chitarra classica, partiture d’opera, pubblicazioni inerenti alla liuteria bresciana… Aggiungo queste poche righe per dire quanto sia stato bello per me scoprire, anche da profana, questa raccolta di tesori nascosti. Incuriosita e affascinata dalla bellezza degli strumenti a corda, «corpi» legnosi nati da sapienti mani artigiane, ho avuto così il piacere di assaporarne la storia, una storia che si intreccia con quella dei liutai bresciani, spesso misconosciuti. Granelli del nostro patrimonio cittadino. Non mi resta che consigliarvi una visita al Maestro Virginio. Per di più, se avete fortuna, potreste incontrare la competenza e la disponibilità del Prof. Flavio Dassenno, il quale ringrazio per avermi accompagnata nella scoperta del Museo. Federica Capuzzi Borgosatollo

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