Vere riforme e falso problema dell’art. 18

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Ho letto con attenzione l’intervista all’ing. Marco Bonometti, presidente di Aib e di Omr Spa che condivido quasi integralmente. Dico quasi perché quale addetto ai lavori (sono un giuslavorista) e ritenendo di conoscere a fondo la situazione del mondo del lavoro in generale, penso, da sempre, che in realtà quello dell’art. 18 non solo sia un problema superato perché, in realtà, è un falso problema. Purtroppo, qualcuno (Alfano, Gasparri etc.) non la pensa così sfornando quotidianamente affermazioni superficiali e frutto di errate e superate ideologie politiche. Premesso che, se è vero che la «sciagurata Legge Fornero» ha modificato l’art. 18 prevedendo conseguenze e/o tutele diverse, da quelle precedenti, in caso di licenziamento dichiarato illegittimo dal Giudice, poiché ora, a seconda dei casi, è previsto anche il semplice risarcimento senza reintegra nel posto di lavoro e se è vero che le recenti proposte, che dovrebbero far parte dell’imminente pacchetto Job Acts del Governo, vanno nella direzione della libertà di licenziare i nuovi assunti (c.d. rapporto di lavoro a tutele progressive), ritengo che ciò non sia stato e non sia sufficiente per risolvere la critica situazione in cui si trova il nostro Paese. Allorquando, nel lontano 1970, i nostri legislatori promulgarono la legge 300 (Statuto dei Lavoratori), che comprende l’art. 18, si era in una situazione politica ed economica (boom economico, basso tasso di disoccupazione etc.) del tutto diversa da quella attuale e, quindi, per certi aspetti, oggi qualcuno potrebbe anche ritenere ragionevole abrogare l’art. 18 per favorire l’occupazione ma, a mio parere, così non è. Ritenere che - applicando il principio dei vasi comunicanti - se tanti lavoratori vengono licenziati, tanti ne vengono assunti e che, se vi è libertà di licenziare «a prescindere», ciò possa favorire nuovi investimenti nostrani e stranieri non rappresenta altro che una visione superficiale ed errata della situazione reale ed attuale. Infatti - e lo dimostrano le statistiche - in caso di licenziamento dichiarato illegittimo, la percentuale dei lavoratori reintegrati è assolutamente insignificante perché nella stragrande maggioranza dei casi, i lavoratori optano per l’indennità (economica) sostitutiva della reintegrazione: ossia, quanto avviene, per legge, negli altri Stati europei (Germania, Spagna etc.): quindi, quello dell’art. 18 è un falso problema. In realtà, le misure da adottare, con assoluta urgenza, per rilanciare l’economia e creare occupazione, sono ben altre e, come ben dice l’ing. Bonometti, sono la detassazione degli investimenti, delle buste paga per consentire ai lavoratori, in generale, di avere più soldi da spendere ed, aggiungo io, l’eliminazione dell’Irap, la diminuzione drastica del costo dell’energia utilizzata per la produzione ed, infine, la riduzione della spesa pubblica... non vi è peggior sordo di colui che non vuol sentire. Avv. Enrico Bartolini

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