Uso e abuso che cosa è bene sapere

FARMACI
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Il dibattito circa l'uso e l'abuso di farmaci, innescato dalla lettera della signora Tretti (Movimento per i diritti del malato) e proseguito con le puntualizzazioni della Dott.ssa Mottinelli (Atf-Federfarma), propone ai lettori argomenti di grande attualità e diffuso interesse.
Le strategie commerciali per promuovere sui mass media il businnes del farmaco devono fare i conti con un ostacolo invalicabile. La legislazione europea infatti, al contrario di quella nord-americana, vieta la pubblicità diretta dei farmaci etici, quelli che necessitano della ricetta del medico. Per aggirare questo divieto le maggiori aziende multinazionali del settore, dovendo rinunciare alla promozione diretta, ripiegano su forme indirette, vale a dire vere e proprie campagne promozionali che pubblicizzano malattie o pseudo-malattie, su giornali e Tv. Infatti per indurre i «consumatori» ad acquistare i loro prodotti si deve prima di tutto convincerli di essere malati e di avere quindi bisogno di una terapia ad hoc. È questo, in soldoni, l'obiettivo delle strategie commerciali di «disease mongering», letteralmente traducibile con mercato o fabbrica di malattie.
Non è detto che tali iniziative siano tutte e per forza deleterie o strumentali: non è raro che le persone vengano correttamente informate su aspetti importanti della salute e ricevano «dritte» positive per la gestione dei propri disturbi. Spesso però c'è il rischio di alimentare paure immotivate, propensioni ipocondriache e aspettative non realistiche sui benefici dei farmaci e degli esami diagnostici. Ad esempio è facile ingenerare confusione tra malattia e fattore di rischio, che rappresenta solo una probabilità, maggiore o minore, di incorrere in un grave disturbo, come ad esempio l'ipertensione arteriosa o il colesterolo elevato per l'infarto del miocardio. La diffusione dei rischi in medicina ha reso sfumato e impalpabile (per gli inglesi fuzzy) il confine tra normalità e malattia, fisiologia e patologia.
Se invece si parte dal presupposto che questo limite sia ben preciso ecco che si possono far sentire malate persone perfettamente sane, solo perché portatrici di una modesta «probabilità» di ammalarsi. Anche un bambino capirebbe che se si fissa il valore di normalità statistica di un esame a 100, sarebbe sciocco considerare a rischio l'assistito che si ritrova un risultato di 100,5 e invece completamente esente il fortunato che ha un esito di 99,5. Il disease mongering fa leva proprio sull'idea che esistano confini netti tra normalità e patologia in funzione dell'esito anomalo di un test clinico. Le cose non stanno affatto così e per di più bisogna considerare che i fattori di rischio sono in genere numerosi e il loro «peso» va valutato in modo complessivo da parte del medico che segue nel tempo la persona e ne conosce la storia sanitaria, le abitudini di vita, la familiarità etc...
Insomma è bene evitare la semplificazione mentale insita in una specie di catena logica, del tipo: esame fuori norma = rischio = malattia = farmaco. Su questa concatenazione automatica di idee si fondano le strategie commerciali (il famoso marketing) elaborate per indurre le persone ad effettuare accertamenti e a consumare farmaci con facilità, anche quando i benefici attesi sono scarsi o solo effimeri.
La diffusione di test diagnostici anche in farmacia pone il professionista in una posizione delicatissima nel momento in cui è necessario interpretare l'esito e consigliare il cliente sul da farsi, specie quando si valuta un rischio.
Ne è un esempio la recente «Giornata mondiale dell'osteoporosi», sponsorizzata non a caso da un'azienda farmaceutica, che ha messo a disposizione strumenti per misurare la densità minerale ossea nella popolazione senza la prescrizione del medico. Le considerazioni sopra esposte riguardo al rischio di infarto si possono estendere anche a questo delicato settore della fisiologia/patologia, in cui non mancano incertezze e difficoltà interpretative circa il valore patologico o normale degli accertamenti clinici.
Dott. Giuseppe Belleri
MMG Flero
Dott.ssa Adriana Loglio
MMG Brescia

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