Tennis: per giocare non serve alcun certificato

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Sono in vacanza sul Lago di Garda e ho letto sul numero di domenica 17 agosto del Giornale di Brescia, nella rubrica dedicata alle «Lettere al direttore», il pensiero della Signora Presidentessa del Tennis club di Ghedi, che esige il certificato di idoneità sportiva per poter concedere l’uso dei campi. Nell’affermare che si tratta, a mio avviso, di una indebita intromissione nella privacy altrui, le porto il mio caso. Io ho 56 anni. Circa 10 anni fa ho subìto un incidente stradale che mi ha procurato la rottura del legamento crociato del ginocchio. Purtroppo i medici non si accorsero del problema e io vivo e convivo, da allora, con questo problema. Fortunatamente, con un tutore particolare riesco, ancora, a giocare a tennis. Faccio circa un’oretta di palleggi da fondo campo, due volte alla settimana, con mio marito che, ovviamente, non mi mette la palla negli angoli del campo. Io ho sempre giocato a tennis, fin da ragazza, e il fatto di poterlo fare ancora, nonostante il mio problema, mi riempie di gioia. Nessun medico potrebbe mai rilasciarmi nessun certificato di idoneità sportiva, ma non per questo, credo, di non avere il diritto di vivere la mia vita come meglio credo, anche giocando a tennis. Sono adulta e consapevole e decido io cosa fare della mia vita, senza doverne ragione a nessuno, né, tantomeno, al gestore di un campo da tennis. Vorrei dire, inoltre, alla Presidentessa del Tennis club di Ghedi di leggere con più attenzione gli articoli di legge che lei cita nella sua lettera, a suffragio del suo punto di vista. Io, molto preoccupata, l’ho fatto. Ho scoperto che essi riguardano, solamente, gli affiliati alle società sportive non i cittadini che fanno sport per conto loro. Ho inoltre chiesto al gestore del tennis, dove solitamente vado, quando sono in vacanza sul Lago di Garda, se qualcosa fosse nel frattempo cambiato e lui mi ha risposto che «basta pagare l’ora, e chiunque può entrare nel campo. Le condizioni di salute di chi gioca non sono un fatto che riguarda il gestore dei campi». Hela Matalon Milano

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