Tema centrale è il rapporto medico-paziente

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La lettera a firma Paolo Zampiceni, Presidente dell’Associazione Autismando di Brescia pubblicata nell’edizione del 24 settembre, descrive il rapporto intercorso fra personale dell’Inps (fra cui verosimilmente un medico) e un giovane quattordicenne affetto da autismo accompagnato dalla madre, nel corso di una visita di verifica straordinaria circa la persistenza del diritto all’indennità di frequenza. Il racconto, fatte salve le opportune verifiche che abbiamo già avviato avendo già ricevuto segnalazione sull’accaduto, descrive un rapporto medico paziente davvero inquietante. Non è rilevante il contesto clinico o di altra natura in cui l’incontro fra medico e paziente si realizza. Ogni medico iscritto all’Ordine è tenuto al rispetto del Codice di Deontologia Medica (CDM) che all’articolo 20 così recita: «Il medico nella relazione persegue l’alleanza di cura fondata sulla reciproca fiducia e sul mutuo rispetto dei valori e dei diritti e su un’informazione comprensibile e completa...». Attuate le doverose verifiche istituzionali, ripeto, sull’eventuale coinvolgimento di nostri iscritti e confermandosi quando descritto, iI Presidente protempore di questo Ordine porgerà al giovane paziente ed ai genitori le scuse di tutta la comunità medica bresciana. Potrei concludere qui, ma il sig. Zampiceni ci sollecita una riflessione e pertanto mi permetto queste ultime note. Giustamente il sig. Zampiceni non conosce quanto fatto dall’attuale Consiglio Direttivo (CD) sul tema, centrale per la professione, del rapporto medico paziente. Non riteniamo di avere sprecato tempo contribuendo con un lavoro impegnativo e serio, che ha coinvolto tutti i consiglieri, alla stesura del nuovo CDM in vigore dall’11 settembre. Molti emendamenti da noi proposti sono stati accolti a livello nazionale. Giustamente il sig. Zampiceni ci richiede di riflettere sulla prassi quotidiana di chi svolge il nostro lavoro. Prassi che va valutata sul singolo, ma sempre obbligatoriamente in relazione alle norme «costitutive» dell’Ordine Professionale. Giustamente il sig. Zampiceni non conosce l’attività formativa svolta da questo Consiglio Direttivo sul tema a lui caro. Scoprirebbe allora che il rapporto medico paziente è stato l’elemento centrale di tutte le nostre attività. Noi crediamo, senza retorica e derive buoniste, che un buon rapporto medico paziente sia un prerequisito per qualsiasi progetto di cura o di incontro. Abbiamo perfetta coscienza che la medicina tecnologica, che grandi benefici ha prodotto in termini di salute individuale e collettiva, ha messo in crisi «il rapporto umanologico» come lo chiama il più grande storico italiano della medicina Giorgio Cosmacini da noi invitato nella nostra sede a presentare l’ultimo suo libro dal titolo emblematico «La scomparsa del dottore» e non abbiamo avuto alcun timore a confrontarci con la popolazione nei nostri Pomeriggi della Medicina, della primavera scorsa, su questo tema. Certamente l’Ordine ha il compito istituzionale di vigilare sui comportamenti individuali ed è titolare di eventuali conseguenti procedimenti secondo le norme vigenti, dopo avere, ovviamente, acquisito informazioni da tutte le parti coinvolte circa lo svolgimento dei fatti. Volentieri facciamo nostra la sollecitazione del sig. Zampiceni per proseguire un lavoro che è già parte della mission di questo Consiglio Direttivo, ma francamente non riteniamo giusta l’attribuzione di responsabilità, che non ci appartengono, su eventuali singole situazioni. Dott. Ottavio Di Stefano Presidente Ordine Medici chirurghi e Odontoiatri provincia di Brescia

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