Sprechi in Regione con il concorso dei Cinque stelle

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L’ignoranza al potere? I venti del voto ormai prossimo, portano sulla pianura padana un profumo di Scozia. Martedì 17 febbraio, il Consiglio regionale lombardo ha approvato una proposta di referendum consultivo per chiedere più autonomia per la Regione, in base all’art. 116 della Costituzione, dando mandato al governatore Roberto Maroni, di indire entro 18 mesi un referendum consultivo, chiedendo ai cittadini se vogliono «che la Regione Lombardia, nel quadro dell’unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma della Costituzione». È costituzionale? È utile? O è solo un modo rozzo di sprecare denaro pubblico? È un assurdo della devastante materia cerebrale, che l’obiettivo di una maggiore autonomia, perseguibile senza alcun passaggio referendario, venga chiesto al popolo di pronunciarsi su quel che il consiglio regionale può già fare nell’ambito delle potestà di cui dispone. L’acquisizione di più ampie competenze è disposta con legge statale, per la quale l’iniziativa del consiglio regionale è possibile, per l’art. 116 Cost, e senza spendere neanche un euro. Nel 2006 e 2007 la Regione Lombardia ha puntato ad acquisire maggiori competenze, ma lo ha fatto con delibere di giunta e di consiglio volte ad avviare un’intesa con lo Stato proprio in base all'art. 116 Cost. Quindi, la Regione era ed è consapevole del fatto che un passaggio referendario non è richiesto. Ancor più considerando che la legge 147/2013 (legge di stabilità 2014, co. 571) ha stabilito il termine di sessanta giorni perché il governo si attivi sulle iniziative delle regioni prese ai sensi dell’art. 116. Domanda: è meglio un governo chiamato ad attivarsi entro due mesi e gratis, o un referendum entro 18 mesi al costo di circa 30 milioni di euro? Il Movimento Cinque Stelle ha concorso decisivamente con i suoi voti alla maggioranza di 2/3 richiesta in Consiglio. Ha ricevuto in cambio l’impegno ad avviare il voto elettronico in occasione del referendum. Altra spesa che si aggiunge ai 30 milioni per l’hardware e il software necessari. Non male per chi ha fatto della lotta agli sprechi la sua bandiera. Sono poche le cose buone e giuste che si possono fare a costo zero, ma se non si utilizzano le leggi che lo permettono, allora a che cosa servono i consiglieri regionali e a chi sono utili? Chiedo a tutti i consigli provinciali e consigli comunali e alle organizzazioni sociali e politiche di intervenire e chiedere che: 1) non si faccia il referendum dato che è possibile fare la stessa cosa utilizzando le leggi dello stato. 2) devolvere i 50 milioni di euro risparmiati investendoli per la sicurezza delle scuole lombarde e in aiuto alle persone o famiglie che sono in difficoltà economica e non riescono ad attuare il principio e diritto alla istruzione dei propri figli. Marsilio Gatti Villa Carcina

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