Settimana corta che peggiorerà la qualità

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Le scriviamo come Rete degli Studenti Medi Brescia, un’associazione studentesca rappresentativa degli studenti degli istituti superiori del nostro territorio, in merito alla «nuova» questione della settimana corta che, questa volta, pare verrà effettivamente attivata a decorrere da settembre 2015. Una decisione imposta dall’alto, nello specifico dalla Provincia, ignorando ogni principio di autonomia scolastica, per risparmiare, si dice, 1 milione di euro (300.000 di riscaldamento e 700.000 di trasporti) e per adeguarsi agli standard europei. A parte il risibile risparmio, che di fatto sarà molto inferiore al milione (sarebbe interessante vedere pubblicati i dati al riguardo), la giustificazione «culturale» è inerente all’applicazione di fantomatici standard europei che, in Italia, non sono applicabili senza una vera riorganizzazione della didattica, che non coincide con lo spalmare le ore del sabato sugli altri giorni. A proposito di questo voglio sottolineare che, soprattutto negli istituti con un monte ore elevato, gli studenti torneranno a casa nel tardo pomeriggio (senza contare gli studenti pendolari, ulteriormente vessati!) e, tolto il tempo per lo studio, non avranno possibilità di portare avanti attività extrascolastiche (sport, musica, etc…) durante la settimana. In più il dover studiare più tardi e in meno tempo porterà ad uno studio peggiore come qualità e inferiore come tempo dedicato, risultando in peggiori risultati scolastici. Stupisce anche la scarsa perspicacia della Provincia, che non ha preso in considerazione il caso di Pavia che, all’inizio di questo anno scolastico, ha attivato la settimana corta, ma solo in alcune scuole, per via della giusta opposizione dei dirigenti scolastici di molte scuole, risultando in un pasticcio fra soppressione di autobus, pendolari lasciati a piedi e classi al freddo, mandando nel caos più totale gli studenti e i dirigenti scolastici. Invitiamo quindi la Provincia a rivedere le sue posizioni, a produrre dati che effettivamente giustificherebbero il risparmio di 1 milione di euro (cifra peraltro irrisoria a fronte di un tale sconvolgimento del sistema dell’istruzione pubblico) e a confrontarsi con i dirigenti scolastici, gli ATA, i docenti, i genitori, gli studenti e le associazioni studentesche. Rete degli Studenti Medi Brescia

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