Segretari comunali sentinelle della legalità

AA
Sul Gdb del 10 u.s. è stata pubblicata una missiva del notaio Barsiza da Desenzano, dal titolo eloquente: «Legalità in pericolo», per il fatto che in tempi ormai quasi alle nostre spalle i pubblici ufficiali (notai e segretari comunali), avevano (ma hanno tuttora) compiti al fine di dare certezza alla pubblica fede: si veda l’onere loro imposto di autenticare le liste elettorali (ed abbiamo visto cosa è accaduto togliendo loro tale compito!), di certificare l’esistenza delle sedute consigliari, i passaggi di proprietà delle auto (togliendo così il compito dell’antiriciclaggio (e sappiamo come è andata!), i fallimenti societari e coniugali, e via discorrendo di questo passo. Ora il Governo sembra intenzionato a semplificare le procedure della Pubblica amministrazione per rendere la vita del cittadino sempre più semplice, riducendo le spese, i tempi, le formalità e procedure: giusto! Ma con quale limite tutto ciò? Mi chiedo, senza alcun livore nei confronti delle singole persone, cui è dovuto sempre rispetto e fiducia, salvo prova contraria: cosa c’entra «eliminare» un pubblico ufficiale (il segretario comunale), come ha promesso più di un anno fa in occasione di un’intervista al Corsera, il nostro premier? Ciò è per dare migliore certezza e semplificare la vita dei nostri Comuni e garantire così migliore legalità, che da sempre questi poveri kappa (i segretari comunali) hanno garantito negli enti locali? Lo chiedano ai primi cittadini se questa è la via maestra! Ovvero l’intento è solo quello di risparmiare perché i dirigenti generali della Pubblica amministrazioe guadagnano troppo, sono inamovibili ad onor di cronaca e c’è da sforbiciare in tal senso? Delle due l’una: se la riforma della dirigenza, che è la riforma della Pubblica amministrazione che l’Europa ci chiede, è solo per ridurre gli stipendi, fermi da 8 anni (risparmi = spending review), allora è comprensibile l’intento, ma se l’intento è questo, allora perché far diventare tutti dirigenti in un albo, facendo di tutta l’erba un fascio, iscrivendo nello stesso albo anche 1.000 e più dirigenti che non hanno neanche la laurea: non si aumentano così le spese e le tasse per pagarle poi, come invece chiede l’Ue di risparmiare? Non sarebbe più logico lasciare le sentinelle della legalità dei comuni in permanente servizio (i «segretari comunali»), che da più di 500 anni fanno questo lavoro (dai tempi di Machiavelli) e dedicarsi invece più seriamente a ridurre le spese ove si sprecano per ridurre le tasse? Antonio Pètrina Segretario comunale Brescia

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia