Se la malattia diventa una lezione di vita

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Mi permetto di scriverLe rubando un po' di spazio nella Sua rubrica.
Sono una giovane mamma che, in un giorno freddo di quest'anno, ha scoperto, con la casualità che ti concede il destino, di avere un cancro al seno. Non avevo casi di familiarità, non avevo mai assunto farmaci, avevo allattato i miei figli oltre l'anno ma questo è accaduto comunque, come accadono un sacco di cose, senza alcuna spiegazione, lasciandoti solo sgomenta.
Non sto a raccontare il mio calvario che, peraltro, si accomuna a quello di un sacco di altre donne colpite, come me, da una malattia del genere. Non sto neppure a raccontarLe con quale «violenza» inaudita, fisica e psicologica, il radiologo di turno che mi ha effettuato la mammografia, ha infierito su una diagnosi già abbastanza dolorosa.
Non ha più senso ora parlare di ciò che è stato perché, solo oggi, mi rendo conto che, «grazie» alla malattia, ho compreso che non serve vivere di rimpianti e che bisogna andare avanti nonostante tutto con la massima serenità che una persona riesce a trovare dentro se nonostante il dolore logori l'anima.
Voglio però, tramite questo spazio, ringraziare pubblicamente le persone che ho incontrato poi nel mio cammino. In questa Italia dove l'economia va a rotoli e la sanità fa acqua da tutte le parti mi sento in dovere di dire un grazie pubblico a tutto il personale della Fondazione Casa di Cura Poliambulanza di Brescia che mi ha assistita, curata e trattata come un essere umano e non come una semplice paziente.
Ho conosciuto la paura e conosco ancor più il terrore che la malattia ti regala ma, se tutto ciò è supportato da disponibilità, professionalità ed amore per il proprio lavoro e per la propria professione, il macigno pare, per chi soffre, meno opprimente.
Questo ringraziamento andrebbe esteso ad un numero illimitato di persone alle quali sono legata nella vita di tutti i giorni ma qui, in questa sede, il mio grazie di cuore va al prof. Signorini, direttore sanitario, al dr. Stefano Mutti, dr. Paolo Stringhini ed a tutto il personale del reparto di Chirurgia, a tutto il personale del reparto di Oncologia, infermieri e non, alle suore, alla dr.ssa Tiziana Prochilo, alla psicologa dr.ssa Federica Andreis. Grazie davvero.

Maria
Gussago

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