Professionalità e gentilezza in Questura

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Memore dei tanti anni trascorsi a Roma per motivi professionali del mio passato, come capita sempre nella storia della vita ho avuto modo di incontrare, conoscere e costruire un reale e sincero rapporto di amicizia con tante persone di diverse estrazioni sociali, culturali e politiche. Tra queste alcuni eminenti esponenti della Polizia di Stato del calibro del prefetto Parisi, del prefetto Masone e del prefetto Manganelli. Qualche mese fa ho avuto bisogno di una qualche assistenza da parte della Polizia di Stato e mi sono rivolto al signor questore che in quei giorni era appena arrivato in città. Non ho mai avuto dubbi sulla tradizione storica, civile, democratica e sociale della Polizia di Stato, ma mi sono veramente emozionato, quando a pochissimi giorni dall’invio della mia lettera alla Questura, sono stato immediatamente contattato. Ancora una volta ho potuto misurare, qualora ve ne fosse bisogno, la professionalità, la disponibilità, la generosità degli Uffici della Questura bresciana. Ogni appartenente alle Forze dell’Ordine lavora in ambienti certo saturi di incomprensione, ma certamente con una diuturna fatica incommensurabile. Dalla lotta alla piccola criminalità, a quella alla grande criminalità, alla lotta allo spaccio di sostanze stupefacenti (nonostante la iniqua e mal definita sentenza della Corte Costituzionale sulla legge Giovanardi), non dimenticando la custodia del territorio in tutte le sue difficili implicazioni. Ciò detto, mi corre l’obbligo civile e morale di indirizzare a tutti i componenti della Questura cittadina un sincero ringraziamento per la loro collaborazione ad iniziare dal signor questore, all’Ufficio Immigrazione, alla Digos. «Non bisogna avere remore o titubanze nel confrontarsi con le Forze dell’Ordine, messe dalla Costituzione Repubblicana a salvaguardia del territorio e dei cittadini». Questa definizione non è farina del mio sacco, sono parole di un caro amico dei miei genitori, il presidente Sandro Pertini, che ho avuto l’onore, la gioia ed il piacere di conoscere e di incontrare il mercoledì sera quando uscendo dal Palazzo del Quirinale scendeva da via della Dataria per recarsi a Fontana di Trevi dove aveva la sua abitazione. Dante Pozzoni Brescia

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