Pd: la sinistra riformista esca dall’angolo

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L’incontro del 12 aprile, promosso dall’on. Cuperlo al Teatro Ghione di Roma, ha rappresentato un fatto politico destinato ad avere significative ripercussioni. Quand’anche diverse siano le valutazioni sulle proposte, ritengo si sia aperta una fase nuova per la sinistra riformista del Pd. Anche a Brescia ed in Lombardia. L’esigenza, per la sinistra, di uscire dall’angolo e di superare uno stato di minorità nel partito, in quell’assemblea la si è respirata a pieni polmoni. Finalmente un clima molto diverso da quello - altalenante tra il depresso ed il rottamato - che ci soffocava in fase congressuale. La proposta di Cuperlo per la «costituzione dei Comitati della sinistra riformista», le riflessioni critiche di Bersani sull’Italicum e sulle proposte di riforma costituzionale, l’energico appello di D’Alema - per certi aspetti drammatico, considerato lo stato del partito - per un impegno diretto ed organizzato in componente, anche al fine di contrastare la trasformazione d’un soggetto politico, com’è il Pd, in un semplice comitato elettorale, hanno offerto un costruttivo spazio di iniziativa. E la scossa di D’Alema - finalmente, dopo lunga e forzata ibernazione - s’è fatta sentire forte e chiara. Proposte che vanno raccolte e rilanciate positivamente, anche a Brescia, in vista d’un prossimo appuntamento nazionale della sinistra, già in cantiere il 28 aprile a Roma. Ben consapevoli delle nostre responsabilità nel Pd, nonché del valore decisivo della sfida elettorale di Renzi e della definitiva chiusura della stagione berlusconiana. Al tempo stesso, ben consapevoli anche della necessità di apportare modifiche alle proposte di riforma (elettorali, costituzionali, del lavoro…) ritenute necessarie proprio al fine di raggiungere il miglior risultato per il Pd e per il Paese stesso. Compresa quella riforma del Senato, su cui sono recentemente intervenuti anche sulla stampa locale i senatori Mucchetti e Corsini. Il ruolo della sinistra, intesa come forza riformista dell’intero Pd, assume quindi un profilo che chiude la stagione del Congresso per poter aprire una fase nuova. Essa sfida in primo luogo se stessa, per reinventarsi e riproporsi in forme ed identità nuove. In particolare dopo la scelta fatta da Renzi della adesione al Pse, quindi ad un campo di forze europee democratiche e socialiste. Scelta destinata a produrre cambiamenti anche nel Pd. Forti sollecitazioni, queste, che meritano di essere raccolte e rilanciate con rinnovata fiducia. A maggior ragione a Brescia e in Lombardia, dove si sono anticipate positivamente con il congresso operazioni politiche coraggiose che hanno registrato ampie e positive convergenze nel partito e a livelli di direzione provinciale e regionale. Scelte che hanno evitato il rischio di logiche minoritarie e subalterne per la sinistra, e che si collocano nell’orizzonte delle sfide innovative. Claudio Bragaglio Direzione regionale Pd Brescia

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