Non si può demolire la memoria

AA
Il Bigio è, ormai da tempo, oggetto di dibattito e continua a destare interesse. Se Lei permette, vorrei intervenire anch’io. Sconvolge, fra le altre cose, la capacità che ha una statua di condizionare (se non addirittura mettere in crisi) l’operato dell’Amministrazione Comunale di una città, peraltro importante, come Brescia. Condivido la signora Castelletti, vicesindaco cittadino, quando richiama l’attenzione; alla quale fa eco il Sindaco con «Brescia ha problemi più seri…». Apprezzo anche il pensiero del soprintendente Alberti, il quale richiama un percorso «assolutamente culturale» e «non può essere ideologico». Del resto, Piazza Vittoria è lì così come è: può piacere o non piacere ma così ci è stata consegnata dalla storia recente. Il ricordo è nella mente e l’occhio può esserne lo strumento che ne riprende il messaggio. Ricorrere alla eliminazione fisica del ricordo? Allora si rende necessario demolire Piazza della Vittoria (come i Talebani alle statue dei Buddha nella valle di Bamyan); o, più facile, togliamo le varie targhe e le scritte di incitamento sparse un po’ ovunque nella provincia, come anche i fasci Littori. Ricordo che andrebbe demolita anche gran parte della città di Latina, voluta e costruita dal ventennio fascista, e battezzata Littoria. Per quanto si demolisca resta pur sempre la mente ed è un po’ più complicato eliminarla e/o condizionarla. Lo dice bene l’iperbole «la Fede smuove le montagne»: ritengo sia più importante agire sulle idee e i contenuti piuttosto che sul materiale. E allora piazziamolo ’sto Bigio che i più - prima di questo lecito e interessante dibattito - nemmeno ne conoscevano l’esistenza. Suggerirei però l’applicazione in calce (indelebile) di un pensiero del poeta tedesco Bertold Brecht: «E voi, imparate che occorre vedere e non guardare in aria; occorre agire e non parlare. Questo mostro stava, una volta, per governare il mondo! I popoli lo spensero, ma ora non cantiamo vittoria troppo presto: il grembo da cui nacque è ancor fecondo». Cav. Giulio Mussio Pievedizio di Mairano

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia