Non penalizzare gli abitanti di via Sanson

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Ho letto con piacere la lettera della signora Giuseppina Fapanni vedova Ulisse, da voi pubblicata lo scorso 16 marzo. Ne ho vivamente apprezzato il contenuto, oltre che il tono sereno con cui ha ben sottolineato quanto il bus numero 18 sia essenziale per il nostro quartiere (che ospita un elevato numero di persone anziane e che non dispone di alcun negozio). Viene giustamente sottolineata anche la grave difficoltà per molti di noi ad affrontare a piedi le varie centinaia di metri in ripida salita che ci separano da via Bornata. Di contro, non mi è piaciuta affatto la lettera (anonima) pubblicata il 21 marzo, ove lo scrivente lamenta «lo spreco del bus in via Sanson». In essa lo scrivente critica anche l’introduzione del senso unico in via Bernini ed in via Sanson, ripetendo la lagnanza espressa violentemente con una sua lettera (anonima), pubblicata sul nostro giornale quando fu avviata la percorrenza del bus 18. Inoltre egli definisce «incivili» coloro che parcheggiano sui marciapiedi di via Marini. Tale via (privata) è a doppio senso ed un parcheggio regolare comporterebbe serie difficoltà al traffico. Tutto ciò mi induce a ritenere che la sua vera motivazione a contestare l’opportunità della linea 18 in via Sanson sia dovuta ad una sua personale difficoltà a rispettare tale senso unico. Evidentemente non tiene in debito conto le difficoltà che subentrerebbero nuovamente se fosse riattivato il doppio senso in tali vie, estremamente strette e tortuose. La sua supposizione che la mancanza del bus potrebbe essere efficientemente compensata con il ricorso ad un fraterno e generale ricorso ad abitanti dotati di auto (se non addirittura al noleggio collettivo di taxi) mi sembra particolarmente forzata. Dopo queste considerazioni mi auguro che venga ripristinato il prolungamento a via Sanson di qualche corsa del bus 18, eventualmente dopo una sua fermata al parcheggio Castellini, così come avveniva precedentemente ogni sabato. Dott. Edoardo Ghidini Brescia

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