Migliorare i servizi storici di trasporto

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Le chiedo ospitalità per una breve riflessione sul tema Tav relativamente alla realizzazione del tratto tra Brescia e Verona, argomento di grande attualità e all’attenzione di tutte le realtà istituzionali coinvolte. Premetto che sono più che mai convinto che il nostro Paese abbia bisogno di un cambio di approccio al tema trasporto e mobilità di merci e persone, e che questo cambio non possa che indirizzarci verso un crescente interesse e investimento sulla rotaia. Questo riguarda le tratte internazionali e l’alta velocità, quanto le linee minori che, non dimentichiamo, rappresentano il vero snodo sul quale costruire un diverso modo di concepire la mobilità. È però evidente che questi interventi, specie se di particolare significato sia dal punto di vista strategico che economico, non possono che essere il frutto di un’attenta analisi progettuale, nonché di un puntuale esame degli impatti sul territorio in termini ambientali, economici e di flussi. Approfondimenti che con tutta sincerità non si può dire siano avvenuti in questa circostanza. Anzi più che mai è emersa evidente la superficialità con la quale si affronta la progettazione di grandi opere, lasciate poi per anni nel cassetto e che, una volta prese seriamente in considerazione, mostrano tutte le loro carenze, le loro contraddizioni. Come non tener conto di tutti questi elementi a maggior ragione quando si opera su un territorio di particolare pregio sia dal punto di vista ambientale che economico? Ci si trova sul Garda, nella zona di produzione del Lugana, non è chiaro il risparmio di «tempo» che ne deriverebbe, sembra invece di intuire il conseguente impoverimento delle linee storiche. Così come, sempre per sincerità, risulta poco chiara l’effettiva copertura economica di tutto l’intervento, ne è individuabile «forse» la metà, con il rischio di dare avvio ai lavori per poi lasciarli incompleti per un periodo... tutto da scoprire. E allora con grande concretezza non è forse il caso di accogliere le tante perplessità espresse dai Comuni e sospendere la realizzazione in attesa di definire, sia chiaro in tempi stretti, tutti gli aspetti critici e di sciogliere il nodo, non certo banale, della stazione di Montichiari, o di Brescia? Scelta chiaramente legata al futuro dell’aeroporto di Montichiari che è più che mai determinante per dare realmente avvio a quella scelta programmatica di investimento per lo sviluppo non solo della Provincia di Brescia, ma dell’intero est della Lombardia. C’è il rischio di perdere le risorse a disposizione, per ora circa 750 milioni certi, 1,5 mld incerti, insomma più di 2 mld tutti da definire? Non credo, se si agisce con celerità nel ripensare la realizzazione o, meglio ancora, se nel frattempo si investono queste risorse sulla linea storica, migliorandone il servizio a favore di pendolari e turisti che penso abbiano il diritto di usufruire di un servizio puntuale ed efficiente. In alternativa anche un investimento nella tutela del dissesto idrogeologico non sarebbe male. Anche questo sarebbe un modo di far lavorare tante imprese del territorio attraverso contratti chiari, trasparenti, liberi da qualsiasi tipo di infiltrazione malavitosa. Certo si tratta di avere la capacità di assumere una responsabilità politica forte, se si vuole anche difficile, ma capace di ascoltare le tante domande poste da amministratori e cittadini, nonché di attenta analisi di cosa sia realmente utile al territorio e ai cittadini bresciani. Si tratta anche, ci si augura, di far uscire finalmente la politica bresciana dal nanismo che l’ha caratterizzata negli scorsi anni e che l’ha vista lasciar impoverire costantemente il territorio in termini di servizi, ASM, sanità, infrastrutture, aeroporto, sistema finanziario, grandi imprese. Lo scopo è ridisegnare un’idea del futuro di una realtà come quella della nostra provincia che sembra aver perso consapevolezza di sé, della propria potenzialità, della propria storia che è fatta di lavoro, serietà, grande inventiva e che è tempo torni ad emergere con forza. Gian Antonio Girelli Consigliere regionale Lombardia Partito Democratico

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