Maria Filippini, un'autrice di grande valore

teatro dialettale.
AA

Alcuni giorni fa ho letto nell'articolo a firma «gaf», (che parlava del fascicolo dedicato dal Comune di Brescia alle compagnie teatrali in attività nel capoluogo), una frase che condivido pienamente e cioè che il teatro dialettale «sembra non conoscere crisi» e che «è più facile riempire il teatro con un testo in vernacolo, magari recitato così-così, che con uno di Gabriele D'Annunzio anche se proposto da attori professionisti». E qui l'autore cita i grandi Renzo Bresciani e Achille Platto che ci hanno regalato pagine memorabili, ma vorrei ricordare che anche ad altri «autori bresciani» va gran parte del merito del successo delle commedie che vengono rappresentate, ma di questi purtroppo raramente si parla, quasi fossero scrittori di serie B. Spesso anzi, forse per una mancanza di chi segnala al Giornale gli appuntamenti teatrali o della scarsa attenzione dei cronisti locali, i nomi di questi autori spesso non sono nemmeno citati accanto al nome della compagnia e del titolo della commedia in cartellone. Prendendo spunto proprio da questo fatto, se me lo permette, vorrei rendere omaggio all'autrice bresciana Maria Filippini Lazzari, ben nota a molte compagnie teatrali, ma che merita di essere conosciuta anche da chi non frequenta il teatro dialettale. Maria è stata mia amica e compagna di scuola alle superiori ma, come spesso succede, ci siamo perse di vista per tanto tempo. Alcuni anni fa, proprio grazie ad una sua pubblicazione di commedie dal titolo premonitore «El miràcol de Nedàl», ci siamo ritrovate e ho saputo sul suo conto cose interessanti. Laureatasi all'Università Cattolica, ha insegnato per molti anni, si è sposata ed ora vive ad Orzivecchi ed ha trovato il tempo per scrivere migliaia di pagine in dialetto bresciano (a mano, con la biro, su fogli di quaderno che il marito Roberto con certosina pazienza trascrive poi sul computer). Maria Filippini è infatti l'autrice di oltre cento commedie in dialetto bresciano ed almeno sessanta compagnie teatrali mettono in scena in tutta la Provincia i suoi testi per circa centocinquanta rappresentazioni all'anno. In alcune occasioni scrive addirittura dei testi «ad hoc», secondo le esigenze delle compagnie e degli interpreti di cui queste dispongono, il tutto sempre con grande disponibilità e generosità. Maria ha visto alcune sue commedie rappresentate in piazze stracolme di pubblico; ha scritto poesie, racconti e belle pagine emozionanti ed intense per il regista Pietro Arrigoni e le rassegne «Natale nelle Pievi» e «Us da le ass»; ha pubblicato con la Compagnia della Stampa Massetti Rodella e illustrati dalla figlia Marianna Lazzari, il bel libro di filastrocche bresciane «Vésse e Giödessé» (Vizi e virtù) ed una raccolta di brevi commedie natalizie; ha partecipato alla stesura di calendari con poesie in dialetto e per Cologne, dopo aver raccolto la testimonianza delle nonne della locale casa di riposo, ha scritto due bei testi messi in scena dagli scolari della Scuola Media e da alcune nonne; un bell'esempio da imitare di collaborazione fra realtà così diverse, ma che possono trovare punti di incontro. Come si vede è un vero fiume in piena la mia amica Maria e continua a scrivere testi sempre nuove ed interessanti. Le trame delle sue commedie, che non sono mai «farse», ci divertono per l'intreccio delle situazioni, l'arguzia ed il linguaggio usato, ma ci conducono, sia pure col sorriso, a riflettere sulla serietà di problemi attuali quali il divorzio e la separazione, la difficoltà per i giovani di trovare un lavoro, la ricerca via internet dell'anima gemella, i finti invalidi, il rifiuto della morte e della vecchiaia, le difficoltà economiche della famiglia ecc... Il linguaggio che usa è brillante, divertente, incalzante, mai volgare o scorretto, ed esprime molto bene la «brescianità» che si ravvisa sia nel carattere dei numerosi personaggi protagonisti delle sue commedie, sia nell'uso frequente di proverbi, motti e modi di dire tipici della nostra terra. Sono commedie che esprimono il più genuino «teatro bresciano», perché pensate, nate e scritte in bresciano e non tradotte e riadattate dagli autori classici che sono certamente «Grandi» ma che parlano con un linguaggio diverso di un altro mondo. Ecco perché il pubblico e le compagnie bresciane apprezzano le commedie di Maria ed anche se non la conoscono e poco ne hanno sentito parlare, riconoscono nel suo teatro la loro realtà, il loro linguaggio ed il loro mondo. Grazie Maria per le belle pagine che hai regalato al pubblico bresciano. So che tu sei schiva e che è difficile contattarti, inoltre non frequenti «i salotti buoni» e le «compagnie che contano», ma ti auguro con tutto il cuore che tu possa vedere riconosciuto il tuo lavoro come meriti. Il pubblico comunque ti ha già premiato con la sua massiccia presenza alle tue commedie e questo è ciò che conta!

Luisa Lamberti
Cologne

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia