Lo stage, occasione da non sprecare

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Tutti nell’arco della nostra vita almeno una volta lo siamo stati e tutti (chi più chi meno) ci siamo sentiti nello stesso identico modo: incapaci, inadatti e impauriti per il nuovo percorso intrapreso. Di cosa sto parlando? Beh, ovvio: della figura dello stagista. La Treccani lo definisce come «colui che si appresta ad un addestramento in ambito lavorativo» mentre i film americani, al contrario, lo dipingono come colui che è specializzato nell’utilizzo esclusivo della macchinetta del caffè e della fotocopiatrice. Ma essere stagisti è essere qualcosa di più. È il momento della carriera (o meglio gavetta) in cui il soggetto vuole dimostrare a se stesso che le conoscenze acquisite nel percorso scolastico sono precise, puntuali, utili... ma si rivela quasi sempre l’istante in cui si realizza che, certamente in facoltà si è studiato benissimo il diritto del lavoro, ma che in realtà per fare una busta paga non si sa neanche da dove cominciare; e poi diciamocelo, in Italia bisogna ritenersi fortunati se ne si è vista qualcuna (i voucher sì invece si conoscono... anche troppo!). Ora, tornando a me, inutile dichiarare che posizione ricopro al momento; quello che voglio fare però è dare un consiglio a chi non ha avuto ancora il piacere di affrontare quest’esperienza. Cogliete ogni attimo miei cari, state attenti, vigili sempre pronti a recepire ogni nozione. Non abbiate paura, nessuno si aspetta che siate capaci subito! Nessuno è nato come si dice «imparato». D’altro canto però non pretendete di essere bravi come coloro che vi stanno vicini, poiché solo con l’esperienza si arriva a certi risultati. Al massimo immaginateveli quando un giorno, come voi, anche loro hanno dovuto cominciare. Ecco il metodo; poi bisogna solo affidarsi al proprio tutor, sperare che abbia tanta pazienza e voglia di condividere il proprio sapere. Vero è che siete lì gratis, ma non dimenticate mai che qualcuno retribuito sta perdendo del tempo per aiutare un «concorrente di domani». Detto questo, ringrazio lo studio Paderi per avermi accolta e lo dico con sincera gratitudine. Un grazie a tutti voi, l’orologio scandisce ogni ora e il tempo a nostra disposizione purtroppo sta terminando... come vorrei tornare indietro e ricominciare. Come vorrei varcare quella porta ancora tante e tante volte... perciò grazie Michele (il mio professore), Mariagrazia (la mia super referente), Rita, Claudia, Federica, Cinzia, Franca, Loredana, Barbara, Giovanna, il futuro C.d.L Federico, i C.d.L Matteo e Cristina ed infine i consulenti Ada Ragni, Marino Pozzi e Alberto Paderi, con l’auspicio un giorno anch’io, come loro, possa essere così capace.

Sabrina Grazini

Torbole Casaglia

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