La Regione non rovini la buona Sanità

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Una grande istituzione cittadina come l’Ospedale Civile di Brescia è inevitabilmente soggetta alla particolare attenzione della pubblica opinione, per le migliaia di prestazioni erogate e quindi per la possibilità di errori o disguidi che sono da considerarsi fisiologici in un contesto così impegnativo. Una cosa però non si può dimenticare nel ragionare sul Civile, e cioè che stiamo parlando di uno degli ospedali più importanti d’Italia con reparti di eccellenza assoluta e quindi di uno dei punti più alti della cosiddetta brescianità (o meglio di una delle componenti più importanti della qualità della vita dei bresciani e di molti italiani che vengono a Brescia per curarsi). Perché diversamente il ragionamento deraglia in ambiti non consoni. Ho sperimentato recentemente, di persona, cosa sia l’Ospedale Civile, dal punto di vista tecnico, umano, alberghiero. Sono stato ricoverato in prima chirurgia per un intervento impegnativo e assicuro che a partire dal prof. Riccardo Nascimbeni, a tutto il personale medico, infermieristico e ausiliario, non si possa pretendere di meglio (a parte l’augurio di non averne bisogno). È uno dei pochi siti pubblici dove ti rendi conto che i soldi delle tasse (sempre troppe) sono ben spesi. Mi auguro che ciò che si stà discutendo adesso in Regione Lombardia non vada a scalfire quello che ad oggi è il punto più alto della sanità bresciana (e non solo), ma che aiuti, organizzando diversamente il sistema sanitario territoriale nel suo complesso, ad esaltarne la capacità di esprimere fattivamente le eccellenze. Aggiungo che se qualche politico si facesse carico dell’onere di trovare una risposta alla necessità che la città di Brescia conti di più nel determinare il futuro di Istituzioni locali così importanti gli saremmo grati. È per merito delle generazioni precedenti di amministratori locali bresciani che, designati dal Comune nel consiglio di amministrazione dell’ospedale, hanno saputo fare scelte lungimiranti di cui oggi si vedono gli effetti positivi. Essi esprimevano la necessità di anteporre a tutto scelte che andassero nella direzione di accrescere la qualità delle prestazioni ospedaliere. Mi pare legittimo chiedere alla politica la garanzia che le scelte di oggi abbiano quella lungimiranza. E mi pare altrettanto legittimo chiedere, a garanzia di ciò, che Brescia abbia maggior voce in capitolo nelle vicende che a livello regionale interessano il proprio ospedale. Lettera firmata

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