La qualità del cibo sia una materia scientifica

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I media hanno in questi giorni riportato due informazioni che, a mio giudizio, meritano di essere messe a confronto. La prima che, nel decreto di competitività che verrà votato in questi giorni al Senato, è contenuto un emendamento che propone di raddoppiare le sanzioni pecuniarie (fino a 50.000 euro) per chi semina vegetali geneticamente modificati (OGM). La seconda è che i militari della Guardia di Finanza di Andria hanno sequestrato circa 400.000 tonnellate di olio etichettate come olio extra vergine di oliva biologico 100% «Made in ltaly», che di italiano non avevano niente a che fare essendo di provenienza spagnola e oltre a ciò, era miscelato con olii esausti, residui di frittura etc. etc. con conseguente danno e pericolo per i consumatori di olio biologico italiano. Motivo di confronto tra le due notizie è che, mentre il primo settore di attività, quello degli OGM è considerato in linea di principio, politicamente scorretto, il settore del biologico gode invece, di protezioni e tutele politiche senza riserve. Dal momento che entrambi gli ambiti di attività mirano ad importanti obbiettivi: di migliorare la qualità del cibo e di aumentare la sua disponibilità non sarebbe auspicabile che la politica, invece di assecondare, come in questo caso, in maniera acritica, le pulsioni spesso viscerali della pubblica opinione, umilmente dimostrasse più rispetto per la ricerca scientifica? Expo 2015, che porrà a confronto le agricolture di tutto il mondo e la loro capacità di fornire cibo ad una popolazione mondiale in forte crescita, non mancherà di richiederlo. dr. agr. Giuseppe Comba

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