La natura si conserva con le idee e con il lavoro

AA
Chiedo gentilmente spazio nella rubrica lettere al direttore, per chiarire alcuni aspetti sacrosanti relativi alla cementificazione del territorio montano di San Bernardo, mq 200 circa pavimentato, su una superficie di 30-40mila mq di prato arborato calpestabile adibito a pascolo. Le tre polemiche apparse di recente sul quotidiano, hanno gridato allo scandalo della cementificazione come se fosse stata coperta l’intera superficie dell’area, hanno inoltre fatto notare con sarcasmo che andava cementata tutta la strada fino all’osservatorio, chiamando in causa i paladini del verde, la precedente amministrazione per aver approvato il progetto, (il quale doveva essere anche finanziato) e la nuova per che ponga rimedio a si fatto sfregio montano. Premesso che non conosco gli scriventi che a San Bernardo penso siano saliti raramente o da tempi immemori, posso dir loro che in occasione delle feste lassù celebrate in questi giorni, sotto il telo appoggiato sulla piastra contestata abbiamo potuto nonostante un tempo inclemente consumare un ottimo spiedo, (grazie ai volontari) in compagnia di una folta schiera di parroci di Mons. Olmi, delle autorità comunali, oltre a tantissime altre persone che hanno avuto modo di occupare tutti i posti disponibili senza alcun problema. Quanto alla cementificazione, i contestatori non hanno specificato che per salire al colle non hanno percorso, la vecchia strada pedonale od i sentieri irti che costeggiano il colle, ma hanno preferito transitare sulla strada cementata ed asfaltata, che parecchi anni or sono qualche illuminate persone hanno deciso di costruire. La via cementata è diventata palestra dei cittadini, che durante la giornata la percorrono a piedi, in particolare la frequentano molte signore a caccia della linea (persa). Altra nota per i contestatori, la strada sterrata che partendo dal piazzale del parcheggio, porta all’osservatorio annualmente viene livellata, con sabbia per coprire i canali che l’acqua piovana trascina a valle, quest’anno a causa delle continue piogge si presenta come un canale. A quegli acuti osservatori non è capitato di notare che la sabbia della strada è finita nella pozza naturale occupandone metà? Per mantenere il territorio in ordine bisogna far uso delle braccia e delle mani perchè (de schene scaese ghe ne de per tott). I paladini dello sterrato dovrebbero «impegnarsi a ripristinare, a loro piacimento la strada, svuotando la pozza dalla sabbia, così avrebbero esaudito il loro desiderio dello sterrato e liberato l’invaso naturale dell’acqua. Parole se ne dicono tante, ma fatti pochi o nulla. Attendiamo di capire se quelli che parlano sanno anche agire. Giulio Strapparava Lumezzane

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia