La favola antica di un mondo da riconquistare

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Se dovessi spiegare ad un bambino il perché di questo cambiamento climatico partirei da lontano e comincerei con la solita magica formula: «C’era una volta un vasto mondo contadino che scorreva con l’alternarsi delle stagioni che avevano tutte, un preciso compito vitale. Donne e uomini conoscevano il duro lavoro dei campi e la ricompensa di un buon raccolto». E dopo l’inizio parlerei a lungo di umiltà, di rispetto, di riutilizzo (perché nulla andasse disperso) e farei notare che erano i tempi in cui la gente non era soffocata dai rifiuti perché rispettava ogni piccola cosa. Mi dilungherei a parlare delle cose belle e meno belle del tempo che fu per arrivare ai giorni nostri, ai più recenti eventi che parlano di avidità, di sfruttamento, di ingordigia e porrei l’accento sulle reazioni della natura e dello stesso sole che, stanco dell’insulsaggine umana, preferisce rimanere nascosto. Ma terminerei con un guizzo di speranza che poggia sull’operare degli uomini di buona volontà che sono numerosi tra noi. Inviterei ogni bimbo ad amare gli animali, la natura, il mondo nel quale viviamo e mi sentirei di promettere un ritorno a ciò che di bello offriva il passato. La terminerei sorridendo questa favola, nella speranza che voglia avvicinarsi il più possible alla nostra realtà. Renata Mucci Brescia

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