L'usura di manipolazioni improprie

Simboli.
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Caro signor Vassalini, vista la sua pratica di wikipedia non sarà certo sorpreso se le rammentassi che la svastica fa parte della cultura del mondo: a quanto sembra è un simbolo d'origine sanscrita, inserito nella più vasta cornice indoeuropea e noto sulla Terra intera. Aztechi, Maya, Cinesi, Etruschi, Minoici, Ellenici, Romani - per non citare che alcuni fra i popoli presso cui se ne sono rinvenute testimonianze - la usarono, probabilmente per ragioni connesse ad un culto solare o con un significato apotropaico, in considerazione della significanza di fortuna e forza inscritte nel grafismo, ripreso poi dall'utilizzo esoterico. Testimonianze appunto che spaziano da pavimenti a monili, a vasellame, ad elementi architettonici e di pianta dalla Valle dell'Indu alle rovine di Troia, dall'arte minoica a quella etrusca per arrivare poi a motivi ornamentali greci e romani e persino all'interno o nella struttura di numerosi edifici sacri: fra gli esempi più significativi, la Chiesa della Natività a Betlem, la Cattedrale di Amiens, il Monastero di Lambach, senza contare numerose iconografie affrescate e scolpite. Più vicino a noi, il mosaico del pavimento romano (II sec. d.C.) della Domus dell'Ortaglia a Brescia riporta una decorazione geometrica riconducibile alla croce uncinata o, come si disse poi nell'ambito dell'araldica, gammata. Un simbolo insomma carico di storia e di gloria se preso di per sé e per i valori archetipi che incarna, ma un tantino usurato da certe manipolazioni improprie. Un analogo discorso si potrebbe fare per l'insieme di verghe legate a scure semplice o bipenne: dalla probabile origine nordica è passato agli Etruschi (ritrovamento di Vetulonia, VIII/VII sec. a.C.) ed ai Romani per giungere al fascio littorio del ventennio fascista. Qualche annetto fa ornava ancora la lancia della bandiera italiana della mia scuola, ma solo perché nessuno se ne era mai accorto… Tutto questo per fare solamente una considerazione e porre una domanda: se - e poniamo se - ad un piccolo e poco colto podestà posto a capo di un comunello come altri seimila della terra italica, fosse venuto in mente di ficcare svastiche dappertutto e se - poniamo se - di fronte alle rimostranze dello Stato di cui comunque era rappresentante, questo piccolo e poco colto podestà avesse avanzato rumorose rimostranze, sarebbe del tutto lecito accettare non semplicemente l'azione, ma pure la geremiade da bambino sorpreso con le dita nella marmellata e nondimeno eccessivamente sicuro di sé: «Le tolgo solo se me lo dice Hitler!»? Forse certi simboli un po' troppo connotati era meglio (in mancanza di maggior buon senso) cacciarli in qualche remota pietra di fondazione: magari ricordo fra cinquecent'anni non tanto di spirito edificatorio tipo Ramesseum, quanto di un'oscura e perduta dinastia.

Silvia Bianchetti
Quinzano d'Oglio

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