L'upupa, il fotovoltaico, il cacciatore

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Le chiedo gentilmente questo spazio per rispondere alla lettera del sig. Alessandro Piotti pubblicata dal suo giornale il giorno 10 agosto 2011, dal titolo all'upupa la migliore ospitalità.
Sono dispiaciuto del fatto che un mio concittadino del quale comprendo la preoccupazione, solo ora si sia accorto della presenza dell'upupa sul territorio Ghedese; la migrazione di quest'uccello nel nostro territorio è un rituale che si ripete (se la memoria dei nostri nonni non fa scherzi!!) da almeno un secolo a questa parte.
Quindi non definirei come erroneamente fatto, «uno strano fenomeno la presenza di questi uccelli», perché come ben saprà il signor Alessandro Piotti vista la precisa descrizione ornitologica da lui fatta, l'upupa predilige campi asciutti, campi sabbiosi, e la brughiera, caratteristiche che corrispondono perfettamente alla zona del nostro territorio.
Chiarito dunque il perché l'upupa prediliga la campagna a nord di Ghedi, chiarito che non si è mai estinta dal nostro territorio, mi chiedo come mai il sig. Alessandro Piotti attribuisca delle responsabilità ad un mondo che mi permetto di affermare, forse non conosce bene come quello della caccia, scrivendo: «nella speranza che le genti del paese, abbiano un briciolo di coscienza da non portare ancora in estinzione con fucilate cosi per hobby o catturare con qualche archibugio preistorico tipo archetti o altri aggeggi vari» a queste affermazioni, rispondo, che la caccia è troppo riduttivo chiamarla hobby, la caccia è cultura, la caccia è tradizione, la caccia è una risorsa che contribuisce alla corretta gestione della biodiversità, la caccia è conoscere la natura, rispettarla, viverla sapendo cogliere il giusto di quanto ci offre nel rispetto delle leggi; proprio per questo motivo esprimo profondo disappunto quando si vuole equiparare la caccia al bracconaggio.
Tornando all'auspicata ospitalità dell'upupa, (peraltro specie non cacciabile) e alle preoccupazioni di quanti, come il sig. Piotti vedano nelle doppiette una causa di estinzione, vorrei tranquillizzarli perché fino a quando i campi saranno coltivati per il bestiame, e magari aumentata la presenza di sano letame, l'upupa tornerà a Ghedi a farci visita tutti gli anni, al contrario il giorno in cui arrivando in primavera al posto delle coltivazioni nei campi troverà una distesa di pannelli fotovoltaici in nome dell'energia pulita, i cittadini Ghedesi non potranno più beneficiare del piacevole volteggiare dell'upupa, ma non certo per colpa delle coscienze dei cacciatori.
Luca Mostarda
Cacciatore
Assessore Attività Venatoria
Città di Ghedi

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