L’orgoglio di essere terra dell’Unesco

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Ho letto con molto interesse il concreto progetto della Regione Lombardia «Unesco Tour» per far conoscere i patrimoni dell’umanità in occasione dell’Expo ma che certamente servirà al territorio e al turismo lombardo ed italiano anche dopo l’Esposizione Universale. Come è noto in questi prestigiosi siti Unesco nel Bresciano rientrano l’arte rupestre della Valle Camonica come primo sito, seguito dalle palafitticoli del Garda cui si è aggiunta la recente proposta del Corriere della Sera di inserire il lago di Garda stesso come unicum mondiale. Mentre Brescia, che tende orgogliosamente a proporsi come Città d’Arte, ha ottenuto nel 2011 questo prestigioso riconoscimento nei luoghi Longobardi di San Salvatore e Santa Giulia. La candidatura era stata presentata dalla Giunta di Paolo Corsini, ma al progetto si cominciò a pensare addirittura nel 1975 con la Giunta Trebeschi e con l’assessore alla Cultura del tempo Vasco Frati, mentre l’Amministrazione Paroli e l’assessore alla Cultura e Turismo Andrea Arcai hanno poi rivisto e ampliato il progetto stesso inserendo nel dossier anche il Teatro romano e il Capitolium. La Lombardia è infatti la regione con il maggior numero di siti Unesco. Di fatto sono dieci di cui uno, il «saper fare liutaio di Cremona» è inserito nella lista del Patrimonio intangibile dell’umanità a sua volta custode delle espressioni della cultura popolare, musicale e delle arti e dei mestieri da salvaguardare e valorizzare come beni culturali che siano nello stesso tempo tradizionali e viventi. Fra questi certamente da proporre vi è lo storico e illustre «artigianato armiero bresciano» dai preziosi manufatti esposti ed ammirati nelle più prestigiose collezioni d’arte del mondo magistralmente elencate, con rigore storico, da Nolfo di Carpegna nel contesto della monumentale pubblicazione «Brescian Firearms». Edizioni De Luca-Edizioni dell’Ateneo di Brescia… e da Agostino Gaibi, con passione storica, nel contesto della Storia di Brescia: La dominazione veneta, volume III pagg.820-884 oltre che nelle specifiche ricerche, divulgate a livello nazionale ed internazionale, su i «I Cominazzi: una famiglia di artefici famosi in Gardone Valtrompia». Per meglio raggiungere lo scopo, ho comunque ritenuto allestire una brochure integrativa a carattere divulgativo e di insegnamento che cita numerosi studi che si sono interessati a questo settore della cultura e ai suoi i suoi grandi artefici fra cui appunto gli armaioli Cominazzo/zzi/ssi, miei celebri antenati assieme ai Moretti e ai Dafino. Per la suddetta proposta mi è giunta a suo tempo l’approvazione dei citati assessori del Comune di Brescia e dal Ministero al Turismo italiano che hanno intravisto l’eccezionale intenzione di salvaguardare la grande tradizione armiera bresciana attraverso l’Unesco come Organizzazione delle Nazioni Unite creata per promuovere la pace e la comprensione tra le nazioni attraverso l’educazione, la scienza e la cultura da sostenere quindi con convinzione per meglio valorizzare i nostri beni storici e culturali, ambientali, paesaggistici ed enogastronomici, nonché per i prestigiosi e numerosi siti che appartengono al Patrimonio Mondiale dell’umanità assieme al Patrimonio intangibile dell’umanità che si caratterizza per: essere trasmesso da generazione in generazione; essere costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi in stretta correlazione con l’ambiente circostante e la sua storia; che permette alle comunità, ai gruppi nonché alle singole persone di elaborare dinamicamente il senso di appartenenza sociale e culturale; che promuove il rispetto per le diversità culturali e per la creatività umana; che diffonde l’osservanza del rispetto dei diritti umani e della sostenibilità dello sviluppo di ciascun paese. Certamente l’Expo costituirà il primo banco di prova per presentare l’Italia ad una popolazione europea ed extra-europea, come via per la riscoperta di valori antichi in una realtà tecnologicamente avanzata, attraverso un itinerario che rappresenta una sfida ma anche una formidabile opportunità per meglio far conoscere al mondo intero possibili forme diversificate di sviluppo per andare oltre la prospettiva di una globale omologazione culturale. Luigi Moretti armaiolo in Gardone Val Trompia Partecipe al concorso «ARS. Arte che realizza occupazione sociale»

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