L’attacco alla caccia e allo spiedo

AA
Dopo l’attacco durante l’estate ai richiami vivi, in Europa, in Parlamento e «nascosto» in un emendamento al vaglio del Consiglio dei ministri, minaccia scongiurata grazie all’aiuto di politici anche bresciani che conoscono la nostra realtà, il mese di novembre porta l’abolizione degli uccelli sullo spiedo consumato nei locali pubblici, uccelli ingrediente tipico e fondamentale dello spiedo che attira migliaia di clienti nel Bresciano per degustarlo. Il Consiglio dei ministri già arrancante sui problemi veri dell’Italia, si perde, dietro la spinta del Ministro Galletti (Udc-Ncd) ad annullare le delibere regionali di Lombardia ed Emilia sulla cattura dei richiami vivi, distribuiti sul territorio ai cacciatori dalle province; per di più la Senatrice Amati (Pd), perde tempo per portare nuovamente al Senato l’emendamento per l’abolizione dei richiami vivi, con tutti i problemi seri che ha l’Italia e sui quali il governo italiano arranca! Governo che discende da un’area politica riconosciuta per dare ampio spazio alle nuove culture presenti sul territorio nazionale e che non vuole riconoscere culture e tradizioni storiche, con notevole impatto economico che portano lavoro, controllo e gestione del territorio? Siamo aperti solamente a tutte le tradizioni altrui, non italiane che di sicuro non porteranno in montagna o campagna a pulire boschi e sentieri, spegnere incendi, attività che fanno i cacciatori italiani! È ora di alzare la voce anche di fronte a cariche istituzionali, in quanto rivestono questi ruoli grazie ai nostri voti e pretendiamo rispetto per le nostre tradizioni e culture. Chi è vicino alla caccia, sa che il cacciatore è presente sul territorio, esercita un’attività legale in cui bisogna avere la fedina penale pulita per ottenere e mantenere la licenza, paga le tasse e la selvaggina ben cucinata è un piatto nobile fin dai tempi più antichi. Roberto Mori Anuu Migratoristi Lumezzane

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia