Insegnanti tra «agricoltori» e «produttori»

AA
Leggendo in questi giorni una newsletter, ho trovato interessante questa riflessione che mi ha colpito per l’originalità con cui tocca un tema molto dibattuto come l’insegnamento e la formazione. Mi trovo d’accordo e in sintonia con il concetto espresso che in parte muove il mio operato di docente. Ne riporto una parte, provocatoria e innovativa, augurando a tutti gli insegnanti del cosmo di ritrovarsi in maggior misura «agricoltori» e meno «produttori». Eccola: «In futuro non saranno più le persone ad adattarsi alle scuole, ma il contrario. Dobbiamo cambiare le metafore. Dobbiamo passare da un modello industriale dell’educazione, un modello di produzione che è basato sulla linearità, sul conformismo e sulla segmentazione delle persone, ad un modello basato sui principi dell’agricoltura. Dobbiamo riconoscere che la crescita dell’essere umano non è un processo meccanico, è un processo organico. E non si può predire il risultato finale dello sviluppo umano; tutto quel che possiamo fare, come un agricoltore, è creare le condizioni entro le quali gli studenti cominceranno a crescere e svilupparsi. Quindi, pensare di riformare e trasformare l’educazione, non è come clonare un sistema. Ci sono molti ottimi modelli. Ma è questione di personalizzazione della tua situazione. Si tratta di personalizzare l’educazione delle persone alle quali stai insegnando. E questa credo sia la risposta al futuro, perché non è questione di adattare una nuova soluzione; è questione di creare un movimento all’interno dell’educazione, nel quale le persone possano sviluppare le loro soluzioni, ma con il supporto esterno a un percorso personalizzato (K.R.)». Paolo Lancello Brescia

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia