In difesa dello spiedo bresciano

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Mi permetto di dire il mio pensiero sullo «Spiedo bresciano senza uccelli». L’attività che svolgo è molto distante da quello che è la ristorazione, la caccia, o attività vicine a quanto è il tema in questione. Sono però un cittadino di Serle nato e domiciliato in quello che ritengo un bel posto dove vivere. Ricordo ai lettori, a riguardo di quanto voi del GdB giustamente scrivete, che con gli amici di Gussago,anche noi di Serle ci possiamo fregiare della De.Co sullo spiedo, avendola richiesta negli stessi giorni in cui lo hanno fatto a Gussago, avendo stilato un disciplinare, non tanto con la presunzione di insegnare come deve essere preparato un buon spiedo, ma semplicemente dalla esperienza che i nostri avi hanno trasmesso ad ogni abitante di Serle che da anni si confronta con il piatto simbolo del nostro territorio. L’esigenza di esprimere il mio pensiero è data semplicemente dal fatto che, per anni sono stato un componente della Commissione Commercio e Turismo del mio paese che, purtroppo oltre alle cave di marmo, che da anni sta attraversando varie problematiche, hanno nei ristoranti e agriturismo, l’unica reale fonte di sviluppo di una attività che si possa definire commerciale. Insieme alla Pro Loco Serle si era appunto deciso di mettere in evidenza questa nostra eccellenza gastronomica per dare un concreto aiuto ai nostri ristoratori, ed oggi tutti noi siamo esterefatti nel leggere come i nostri amministratori e politici, decidono di occupare il loro tempo nell’emanare norme e leggi varie. Il fatto che un cacciatore possa cacciare e prepararsi uno spiedo in casa o regalare ad amici cacciagione non proibita, ma venga impedito ad un ristoratore dietro giusto compenso di mandare avanti una attività al servizio della popolazione, è normale poi che faccia scaturire nel cittadino il pensiero che la legge è creata per tentare di portare a cassa dei proventi che arrivano da contravvenzioni, che danneggiano i nostri ristoratori e non per una norma che abbia dei sensati elementi su cui si basa. Un mio pensiero va naturalmente a chi potrà gioire di tali modifiche di legge e cioè quei gruppi di ambientalisti e verdi che da sempre hanno osteggiato l’abbattimento di alcune specie animali, per poi sedersi a tavola a banchettare con altre stranamente non protette che credo non abbiano, eticamente parlando, niente da invidiare alle specie in questione, giusto? Questa cosa mi fa collegare a quella che i nostri media ci stanno propinando da giorni e cioè quello dalla sonda Rosetta, che secondo l’Agenzia Spaziale Europea dovrebbe rilevare un qualcosa che potrebbe permettere in futuro di trovare sbocchi alla popolazione terrestre, per le varie devastazioni che noi stessi stiamo propinando al nostro pianeta! Ricordo di un gruppo raegge dell’area veneta chiamato Pitura Freska, circa 4/5 lustri fa già citavano in una canzone «... I va in serca dei marziani, e noialtri i ne' fa viver da cani...». Questo naturalmente per dire che sono innumerevoli i problemi che assillano quotidianamente le nostre famiglie, ben più gravi certo degli uccelletti sullo spiedo, ma purtroppo chi è pagato da tutti noi per risolverli, si «ingegna» per porre in atto tali inutili e insulse leggi. Ultimo pensiero all’amico d’infanzia Ispettore Forestale di Brescia citato nel vostro articolo, che ha l'obbligo professionale di esprimere e sottolineare tali norme che saranno in vigore, ma che in cuor suo so per certo che si sentirà più vicino ai ristoratori che dovranno economicamente subire tali norme che non ai legislatori che le emanano! Un ultima preghiera per ricordare a tutti, e sottolineo a tutti, che questa piccola vicenda è uno dei granelli di sabbia in una clessidra che è rivolta inesorabilmente in una direzione, che rappresenta la deriva, socio/morale/economica, in cui stiamo andando, a cui nessuno sembra porre freno, con il rischio che sia il «popolo sovrano» stesso che provveda a farlo!!! Girolamo Tonni

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