Il sole delle Alpi non spegne la scuola di Adro

Polemiche.
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L'emblema euroasiatico che diventò vessillo della Lega. Beh la storia viene rispettata dal partito della Lega o no? Il simbolo è molto antico, il nome decisamente recente. Come si evince da una rapida ricerca sintetizzata con chiarezza dall'enciclopedia online wikipedia, il fiore stilizzato a sei petali racchiuso in un cerchio - oggi noto per lo più come Sole delle Alpi - è un arcaico emblema euroasiatico, che è stato, nel tempo e nello spazio, differentemente chiamato anche rosa celtica, fiore a sei petali, rosa dei pastori e, in età medievale, anche rosa carolingia. Evocativo del sole e del suo potere vivifico, è sempre stato inteso come stemma bene augurante e inciso su costruzioni, abitazioni, portali e chiese, su pietra, legno o metallo. Diffuso dall'India alla Scandinavia e assunto, con piccole variazioni formali, come simbolo di varie comunità di tutto il contesto euroasiatico, in Italia fa la sua comparsa già dalla fine del VI secolo a. C. Ne restano antiche reminiscenze disseminate lungo tutta la penisola: sull'urna etrusca di Civitella Paganico in Toscana; in Puglia sulle cosiddette Stele daunie, monumenti «di uomini e donne» funerari in pietra calcarea proveniente dal Gargano, in uso presso l'antica civiltà dei Dauni; in Val Camonica; nell'arte celtica; nell'iconografia longobarda; nell'area di influenza celtoligure; sul pavimento del santuario di Saronno; nei rosoni absidali della chiesa dei santi Giovanni e Paolo a Venezia; a Roma nella basilica di san Clemente. Lo stesso simbolo è diffuso anche in Campania, in particolare sull'isola di Ischia, dove è una tipica decorazione degli architravi degli antichi edifici del centro storico di Forio. Compare anche, privo della circonferenza di contorno, nella parte superiore dello stemma della provincia di Lecco. E lo si può ritrovare pure su banchi, cartelli, vetrate, cestini e zerbini del nuovo polo scolastico della cittadina di Adro, qui rigorosamente in uno sgargiante colore verde. Tra queste più recenti comparse e le più antiche, il fiore a sei petali inscritto in un cerchio è stato inserito nel proprio simbolo dalla Lega Nord, che lo ha proposto anche come eventuale bandiera della Padania, scegliendo naturalmente per lo stemma il colore verde, rappresentativo del partito. E battezzando definitivamente il simbolo con il nome di Sole delle Alpi, termine coniato negli anni Novanta da alcuni intellettuali. Con il particolare contributo del prof. Gianfranco Miglio. È precisamente da quegli anni che l'immagine in contesto italiano è imprescindibilmente legata al partito della Lega Nord. Emblema, soprattutto, del suo caricaturale geniale rispetto della storia e non come dicono gli amici della sinistra senza più cortine di guerra fredda e quindi senza futuro, di simboli, storia, tradizione. Dell'affannoso quanto goffo bisogno di forgiare una mitologia «l'ulivo» tirata per i capelli e una memoria raffazzonata ad arte, nel tentativo di fornire una pezza d'appoggio ad affermazioni, prese di posizione e proclami politici e no che di legittimazioni storiche. Cari orfani dalle varie cortine di Guerra fredda «Muro di Berlino», il sole delle Alpi è un simbolo che appartiene alla storia locale e non è un insulto all'intelligenza dei liberi cittadini. Il Sole delle Alpi non spegne la scuola di Adro e la sua comunità, contribuisce a portare al centro del dibattito culturale la scuola e le sue problematiche. Quindi chi manifesta è uno sciocco e stolto culturalmente. Mi piacerebbe che tutti coloro che hanno polemizzato con il sindaco di Adro, lo facessero per coerenza anche le molte volte in cui sono simboli della sinistra ad entrare in classe, spiegatemi dove ciò sia successo e perché il rispetto dei principi, sanciti dalla Costituzione i cosiddetti intellettuali, dalla loro storia «sporca di sangue», si permettono di fare la morale alle salde tradizioni che hanno fatto grande il nostro Paese. Voglio ringraziare i benefattori, quindi conti alla mano allo Stato è costato molto meno e soprattutto i 10 mesi la realizzazione, dove da altre parti costi triplicati e tempi biblici! Quindi come si rispetti e si usa nella storia, come ci sono nomi dei benefattori sui banchi nelle chiese e negli ospedali ecc. Dove sta il problema! Con serenità di riflessione storica, auguro sereno lavoro a lei signor Sindaco e agli educatori della scuola, culla e forgiatrice del nostro patrimonio umano, delle sue radici e delle nuove leve dal mondo povero. E un sincero grazie alle famiglie che hanno donato parte del loro patrimonio al bene della collettività.

Celso Vassalini
Brescia

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